Un anno da Liberementi

Inutile girarci attorno o costruire i soliti artifici retorici che ci portiamo dietro a mesi. Il 2020 non ci è piaciuto, sono successe cose brutte e abbiamo tutti – chi in un modo chi in un altro – faticato tantissimo per tenere non tanto una direzione, ma una traiettoria in quella che a un certo punto non sembrava vita, ma una caduta libera. Non pensiamo che sia finita, crediamo che il 2021 sarà inizialmente altrettanto complesso, almeno fino a giugno. Quindi teniamo alta l’attenzione e restiamo sempre all’erta. Per noi di Liberementi il 2020 è stato un anno di crescita. Sono aumentati gli uffici stampa che ci cercano per chiederci di parlare di un libro, sono aumentati i colleghi giornalisti che vogliono collaborare con noi e siamo stati inseriti da District (il progetto di Perfect Book) nell’elenco delle testate italiane più attendibili nel campo dell’informazione culturale.

Il nostro obiettivo resta quello di fare informazione a 360 gradi. Ci piace partire dalla cultura, ovviamente, perché crediamo che la realtà possa leggersi meglio attraverso le sue lenti.

Di seguito abbiamo raccolto alcuni pezzi che secondo noi esprimono al meglio l’anno che è stato per noi di Liberementi.

Tra i libri più belli che abbiamo avuto modo di leggere in questo 2020, c’è sicuramente “L’arsenale delle Svolte di Fiungo”, la storia di Loris Campetti, una vicenda, accaduta negli anni ‘70, che tutti dovremmo conoscere, non solo per il rispetto verso un uomo che si è visto depredato di cinque degli anni più verdi della sua vita, ma perché attraverso queste pagine si può ricostruire e analizzare quanto accaduto in Italia in quel particolare momento storico.

“Bad Panda – L’istinto del lupo” di Luca Bonisoli, è stato sicuramente un lampo in questo anno, per certi versi, molto buio: è un noir che tutti gli appassionati del genere dovrebbero leggere, per poter apprezzare non solo la pregevole capacità di scrittura dell’autore, ma la ricchezza di tematiche che ne costituiscono i vari aspetti. La storia gialla, infatti, è solo un pretesto per narrare una vicenda ricca di spunti di riflessione.

In occasione degli ottant’anni di Guccini, festeggiati lo scorso 14 giugno, abbiamo chiesto a Loriano Macchiavelli di raccontarci il suo rapporto con il Maestrone di Pavana, costruito e strutturatosi in oltre venticinque anni di amicizia e di scrittura: ne è venuta fuori una bellissima intervista dove Macchiavelli svela alcuni retroscena inediti e ci porta alla scoperta di aspetti meno conosciuti di Guccini.

Non sono i premi o i riconoscimenti a far grandi i libri: quelli belli davvero, brillano di luce propria. Ma quanto raccolto quest’anno da “Le isole di Norman” di Veronica Galletta è la certificazione di come quest’opera prima rappresenti una perla editoriale che tutti dovremmo leggere. In questa intervista, l’autrice ci racconta come sia nato il libro, vincitore del “Premio Campiello Opera Prima 2020”.

E poi ancora: vi abbiamo raccontato la storia di Playboy partendo dal suo ultimo – storico – numero cartaceo e vi abbiamo raccontato del progetto di Margherita Schirmacher (poi realizzato) di prendere un camper alla fine del primo lockdown per fare la sua trasmissione radiofonica raccontando l’Italia che riparte. Vera Gheno ci ha raccontato le Parole contro la Paura e Sara Gama la sua vita da “ambasciatrice” del calcio femminile. Abbiamo ricordato che Italia c’era 30 anni fa durante Italia 90 e molto più recentemente vi abbiamo raccontato la storia dello spot natalizio più riuscito di sempre. Ovviamente era uno spot Coca-Cola. Vi abbiamo spiegato il giorno del Ringraziamento attraverso le serie TV e abbiamo fatto un elenco di quello che non è potuto succedere durante l’ultima edizione del Premio Strega a causa delle restrizioni sanitarie. Nell’anno delle celebrazioni di Rodari vi abbiamo raccontato di un’associazione culturale di Prato che è andata in Pakistan a fare laboratori creativi su Rodari con gli studenti di un liceo. Poi Paola Turco con grande ironia (ma col fiuto del vero reporter) ci ha raccontato e speriamo voglia continuare a farlo il mondo della DAD e dei figli a scuola al tempo del Covid-19. Infine per 69 giorni consecutivi, vi abbiamo raccontato tutto il primo lockdown solo con notizie buone o utili. La rubrica si chiamava A casa tutti bene; ci eravamo posti l’obiettivo di trovare un’altra narrazione della pandemia. Quando tra tanti anni leggeremo di questi giorni ci troveremo davanti solo dei numeri. In quel momento sarà anche bello ricordare che ci sono stati ad esempio edicolanti che portavano il giornale a casa, imprenditori con le fabbriche chiuse che iniziavano a produrre mascherine o gel igienizzante, studenti universitari che creavano app per sapere se era un buon momento per andare al supermercato senza fare troppa fila. C’è un’Italia che non solo ha resistito ma che ha fatto un passo in più. E speriamo di essere stati in grado di raccontarvela.

Buon 2021 a tutti noi.