La lettura quale nuova forma di apprendimento e di prevenzione: differenze tra il formato cartaceo e quello digitale

*di Cristi Marcì

Leggere non solo rappresenta un esercizio vero e proprio per il cervello, ma riflette altresì un coinvolgimento di più parti, che all’unisono sembrano reclutare più distretti cerebrali capaci di far fiorire nuove connessioni, nuovi collegamenti traducibili in parole, immagini e ancor più in nuove risorse. Eppure al giorno d’oggi, proprio grazie alla moltitudine di scelte che viene offerto a ciascuno di noi, il mezzo attraverso il quale scegliamo di leggere sembra apportare non poche differenze, in quanto sia il formato cartaceo che quello digitale evidenziano un palcoscenico di caratteristiche le une diverse dalle altre. A partire dalla tipologia di interazione che si crea tra il lettore e lo strumento letto, ne consegue pertanto una concatenazione di fattori che sin dalle prime fasi di vita gettano le basi per le future interazioni sia relazionali che intrapsichiche

Uno sguardo alla prima infanzia: leggere ad alta voce favorisce la compagnia e altro ancora!

L’aspetto sociale

Secondo lo psicologo Jerome Bruner imparare a parlare per i bambini non riflette un’impresa a sé stante, bensì la sovrapposizione di uno strato di linguaggio sull’interazione sociale di chi si prende cura di loro. Nondimeno quando leggiamo con i bambini piccoli, poter stare insieme a loro condividendo un’esperienza, vale tanto quanto il contenuto del libro in sé. Infatti leggere insieme è un’attività pienamente raccomandata dai pediatri al fine di favorire il legame tra genitori e figli. Il valore dell’interazione sembra infatti prendere vita pagina per pagina poiché durante la lettura si instaura un vero e proprio “discorso dialogico”, rispetto al quale le domande poste nel mentre che si legge trovano un riscontro con le esperienze del bambino. Quest’ultimo infatti grazie alla semplice presenza del libro letto da un adulto o ancora da una voce registrata è in grado di assorbire una trama in grado di tradursi in associazioni pronte a dispiegarsi in numerose ramificazioni sinaptiche, favorevoli allo sviluppo sia di circuiti che di distretti cerebrali. Le forme di apprendimento sembrano pertanto supportare il formato cartaceo in quanto se sotto il profilo linguistico induce ad un impiego e ad un maggiore sforzo delle precoci facoltà emergenti, sotto il profilo morfologico invece determinano benefici a livello cognitivo.

L’aspetto cognitivo e linguistico

Risiedono prevalentemente nel grado di apprendimento e nella possibilità di tessere una trama di supporto, capace di guidare il bambino nella lettura e nella comprensione del suo contenuto. Nello specifico infatti gli adulti, leggendo una storia ad alta voce al bambino piccolo, creano una vera e propria impalcatura attorno alla storia, creando così una costruzione di una struttura concettuale all’interno della quale il bambino può inserire nuove conoscenze o interpretazioni guidate e supportate peraltro da un ulteriore fattore: l’immaginazione. Una dimensione, quest’ultima, che rischia seriamente di essere intaccata da uno stile di vita odierno: il multitasking (Guernsey, L, Levine, M., (2015).

Se infatti tenere a mente più cose contemporaneamente ci dà l’impressione di essere adeguati alle richieste esterne, di contro tuttavia rischia da un lato di impoverire quelle abilità cerebrali, che di contro proprio grazie alla lettura possiamo coltivare. Se la lettura su carta consente un’interazione più intima, nonché un apprendimento più efficace, quella sul digitale rischia di innescare il cosiddetto “effetto appiattimento” (Delgado, P., Vargas, C., Ackerman, R., 2018). Un’ipotesi secondo la quale il grado di impegno, di coinvolgimento e di memorizzazione risultano decisamente inferiori rispetto alla stampa. Quanto emerge dunque sono uno sforzo mentale relativamente basso e uno stato mentale che rischia di tradursi in un linguaggio così carente e abitudinario da divenire la norma quotidiana.

Priorità fisiche del libro stampato

In concomitanza del formato digitale gli psicologi parlano del compromesso tra velocità, precisione e tempi di lettura impiegati in ambedue le modalità (Wickelgren, W, A., (1977). Pertanto se nel primo caso si ottengono una comprensione più scarsa ed una selezione dei punti chiave principale di quanto viene letto, nella seconda modalità assistiamo invece ad un reclutamento di più parti che secondo lo psichiatra Daniel Siegel definisce un cablaggio neuronale e somatico al tempo stesso, in quanto la possibilità di girare manualmente le pagine, segnarle a matita e vedere la quantità di quanto è stato appena appreso, determina un apprendimento senso motorio in grado di farci percepire lo spazio e il tempo delineato nella storia del nostro libro (Parish-Morris, J, 2013).

Se le immagini e i formati audio risultano fattori aggiuntivi alla comprensione di quanto ci apprestiamo a leggere, l’immaginazione e la curiosità risultano quegli ingredienti primari in grado di guidarci sin dalla tenera età!

Riferimenti Bibliografici

Delgado, P., Vargas, C., Ackerman, R., (2018), “Don’t throw away your printed books: A meta-analysis on the effects of reading media on comprehension”. In Educational Research Review, 25, pp. 22-38.

Guernsey, L, Levine, M., (2015), “Tap, Click, Read: Growing Readers in a World of Screen”. Jossey-Bass, San Francisco, 2015.

Parish-Morris, J., Collins, M, F., Golinkoff, R, M., (2013), “Once upon a time: Parent child dialogue and storybook reading in the electronic era”. In Mind, Brain, and Education, 7, 3, pp. 200-211

Siegel, D, J., (2019), “La mentre relazionale”, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2019.

Strouse, G, A., Ganea, P, A., (2017a), “A print book preference: Caregivers report higher child enjoyment and more adult-child interactions when reading print than electronic books”. In Frontiers in Psychology, 8, 2017).

Wickelgren, W, A., (1977), “Speed-accuracytradeoff and information processing dynamics”. In Acta Psychologica, 41, 1. Pp. 67-85