2020: quando muoiono le leggende si diventa tutti più adulti

Il 2020 è stato senza dubbio un anno complicato.

Tra tutte le difficoltà che abbiamo vissuto, una ci ha portato a vivere un passaggio, volente o nolente, che ci ha fatto diventare improvvisamente più grandi: la scomparsa di uno dei nostri miti.

Pensiamo, ad esempio, a tutti coloro cresciuti saltando sotto un canestro, nel sogno di toccarne un giorno il ferro in una schiacciata, e che in una domenica sera di gennaio hanno visto irrompere la terribile notizia della morte di Kobe Bryant.
Il Black Mamba non c’era più. Un colpo al cuore, come il suono stridente della sirena del quarto quarto, che mette per sempre fine all’incontro. Uno shock, specialmente per chi si era avvicinato al basket d’oltreoceano proprio mente Jordan passava idealmente il testimone a Bryant, e aveva vissuto tutta l’epopea di vittorie dei Lakers, sognando un giorno di indossare anche lui un anello.

E chi avrebbe pensato che 304 giorni dopo se ne sarebbe andato, per sempre, anche l’icona del calcio, il numero 10 per eccellenza, El Pibe de Oro?
La morte di Maradona ha riaperto una ferita, quella del mito inarrivabile che ci ha fatto sognare, lacerata appena dieci mesi prima dalla scomparsa di Kobe: non sotto un canestro, stavolta, ma per strada, con gli zaini sistemati a delimitare le porte, e nella mente l’illusione di poter saltare tutti gli avversari come birilli. Chi non ha mai immaginato di essere il fantasista, il numero 10, il campione più acclamato, che con i suoi piedi poteva mettere la palla dove volesse?

Kobe Bryant e Maradona: i due estremi di questo 2020 che ci uniscono nel dolore della perdita di uno dei nostri miti, e che, con la loro morte, ci hanno fatto diventare tutti un po’ più grandi.

Nel mezzo, un’infinità di nomi, di visi e di sorrisi che si sono spenti, e che ci hanno accompagnato in un tratto della nostra vita.
Chi non ha mai ballato sulle note di Jump suonate da Eddie Van Halen, o chi non ha mai ripetuto la storia del cavaliere nero, provando ad imitare la voce di Gigi Proietti?
Chi non ha mai letto un’avvenuta dello schivo Dirk Pitt, nato dalla fantasia e dalla penna di Clive Cussler o non hai mai sognato di essere lo 007 per eccellenza impersonato da Sean Connery?

Ce ne sarebbero tanti, troppi purtroppo. Sono i sogni cullati e mai realizzati che ci hanno aiutato a diventare adulti, a prendere le strade che negli anni abbiamo scelto, ma lungo le quali non abbiamo mai smesso di sognare di essere quel mito che ci faceva palpitare il cuore.

Se il 2020 fosse una musica, forse, sarebbe la colonna sonora del film The Mission, del grande Maestro Ennio Morricone, anche lui scomparso in questi mesi.
Quasi a segnare come superare quest’anno, in tutti i suoi aspetti più difficili, sia stata davvero una missione complessa.