Se alle canzoni e alla pubblicazione di nuovi album ha detto davvero addio nel 2012 con L’ultima Thule, seguita solo da un paio di dischi di cover, la sua attività di scrittore è sempre viva e vivace, e regala frequentemente nuovi libri a tutti i suoi appassionati lettori.
Non per niente, lo ha dichiarato lui più volte, il suo sogno da bambino era proprio quello di fare lo scrittore.
E così, a poco più di sei mesi dall’uscita di Così eravamo, libro nel quale ha raccontato luoghi e persone di un passato prossimo che sembra ormai lontano, Francesco Guccini torna sugli scaffali delle librerie con un nuovo volume dal sapore antico.
Non solo per le tematiche, che ancora una volta ripercorrono il solco di ciò che è stato e che ha contraddistinto la società degli anni ’70 e ’80, ma perchè si erge sulle fondamenta di una sua opera che nella seconda metà degli anni ’90 ha dato nuova impulso e nuova linfa alla sua attività di scrittore.
Il titolo del nuovo volumen, disponibile da martedì 8 aprile ma già prenotabile su tutti gli store online, è La legge del bar. E altre irresistibili leggi dell’essere, edito da Giunti.

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Gli appassionati più attenti del Maestrone ricorderanno La legge del bar e altre comiche, titolo della prima edizione di questo libro, che fu pubblicato nel 1996 da Comix.
Quasi trent’anni dopo ecco che “La legge del bar” riappare ma non solo con una nuova veste grafica, ma con sostanziali differenze: non ci sono più i disegni che avevano contraddistinto la prima edizione, cambia il formato, e all’interno sono stati inseriti nuovi titoli, ma soprattutto tutti gli incipit sono stati riscritti e ampliati. A dare anche un segno evidente di distacco dalla precedente edizione c’è anche il nuovo sottotitolo: “E altre irresistibili leggi dell’essere“.
Ma che cos’era quel fortunato libricino, che apparteneva alla prima fase della produzione letteraria di Francesco, uscito dopo Cròniche epafániche e Vacca d’un cane? E che cosa è diventato adesso?
Mi innamorai subito di quella casa in via Paolo Fabbri 43. Avevo trent’anni nel 1970, e la testa era piena di curiose e fallaci idee […], cullai per un po’ l’idea di verniciare di rosso la porta d’ingresso come avevo visto fare a sfortunate porte di hippies inglesi. Fortunatamente il buon senso, la mia naturale pigrizia e la naturale difficoltà a reperire una giusta quantità di vernice rossa prevalsero.

“La legge del bar” è il racconto di un mondo che non esiste più, di un ambiente che, anche se non sembra poi tanto cambiato, oramai non è più quello, e chi ancora lo frequenta, e conserva certe caratteristiche di un tempo, è da considerarsi un sopravvissuto.
Ma tanto, niente è più lo stesso: i giochi di carte, il calcio, i Natali, i viaggi e la politica, niente.
In questa nuova, profondamente rilavorata versione, è come se tutti i racconti fossero stati ripassati dagli occhi di un uomo che, pur avendone viste molte, ne ha viste ancora di più, perché altro tempo è passato.
Ma c’è qualcosa che non è cambiata: l’ironia, l’amore per il paradosso, l’esercizio dell’intelligenza, il gusto per lo scherzo e per la battuta, la gioia di vivere, di meravigliarsi ancora, tipici della scrittura di Guccini.
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