Coccodrilli, reti e cucchiai. La doppia vita delle parole del calcio: “Tornare”

Per quest’anno, non cambiare
Stessa spiaggia, stesso mare
Per poterti rivedere
Per tornare, per restare insieme a te.

Quante volte abbiamo ascoltato e cantato questi versi di Stessa spiaggia, stesso mare di Piero Focaccia?
Innumerevoli.
E ogni volta torniamo con la mente a quel lido, a quello specchio di mare dove i ricordi ci sono più cari: attimi di vacanze felici e spensierate che custodiamo con affetto nel cuore.
Spesso capita anche di tornarci davvero in quei luoghi, per rincontrare gli amici con i quali sono state condivise le ferie degli anni passati.
E tornare è sempre una gioia, un’emozione.

E oggi, per gentile concessione della casa editrice Lab DFG, vi proponiamo proprio la parola Tornare tratta da Coccodrilli, reti e cucchiai di Fulvio Damele e Luca Amoretti.

È uno dei temi struggenti che ricorrono da sempre fra chi va per mare e in genere fra chi viaggia su questa stravagante sfera d’acqua e di terra. Il tema del ritorno. Tornare a casa dopo mesi di navigazione, soli con sé stessi e con i ricordi cristallizzati dei propri cari, dei grandi affetti e delle piccole cose. Tornare ma non per fermarsi. Piuttosto, tornare per sentire al più presto il desiderio profondo di ripartire. Sul manto erboso il termine tornare ha valenze molto meno poetiche. Sta infatti a significare l’affannosa corsa per rientrare nei ranghi, quando, persa palla in fase di costruzione o di attacco, una squadra tenta di disporsi a difesa della propria metà campo. Spesso l’espressione è accompagnata da una perentoria richiesta dei compagni di squadra o del tecnico, nei confronti di un giocatore riluttante a riguadagnare terreno o più semplicemente in ritardo nel recuperare la posizione. Il tornante in passato era un ruolo molto particolare assegnato a un’ala in grado di assicurare appoggio all’attacco e copertura a centrocampo, spesso con spunti tecnici di qualità e facilità di corsa. I moderni laterali brillano per continuità d’azione, grande resistenza e disciplina tattica. Rispetto al passato, sembrerebbe però un ruolo eccessivamente dominato dall’atletismo, talvolta a discapito di una tecnica d’eccellenza che era l’arma in più di taluni tipi di ala che forse proprio per questo stanno tornando di moda. Per ricoprire il ruolo d’esterno offensivo oggi bisogna avere la gamba. Ma anche la tecnica. Una sorta di ritorno alle origini.

Per acquistare il libro su Amazon clicca qui.
Per acquistare il libro su IBS clicca qui.
Per acquistare il libro su Feltrinelli clicca qui.
Per acquistare il libro su Libraccio clicca qui.