Il problema della carta: come potrebbe cambiare la vita di editori e lettori

Se siete soliti correre in libreria per accaparrarvi la prima copia dell’ultimo libro uscito, che aspettavate da tempo, allora, forse, non avrete problemi.

Ma se, invece, siete più attendisti, e magari siete soliti rimandare il vostro appuntamento con l’acquisto del volume tanto desiderato, allora, forse, dovrete iniziare a cambiare le vostre abitudini.

C’è una questione, infatti, che negli ultimi giorni ha animato i dibattiti editoriali, e che sta sollevando un polverone su quello che potrà essere il futuro dei libri cartacei.

Il problema è proprio la carta.

L’aumento della richiesta della materia prima avvenuto negli ultimi mesi, e un’impennata nel prezzo, che ha visto un rincaro di più del 70% del prezzo segnato alla fine del 2020, sta gettando non pochi interrogativi su quello che sarà il futuro dell’editoria e dei libri, almeno nel senso stretto di come siamo abituati a pensarli.

Non è, dunque, solo un problema di costi, che sta già innescando una serie di complicati ragionamenti, ma anche di disponibilità, che potrebbe segnare un cambiamento sulle politiche di pubblicazione delle piccole e grandi case editrici.

Al momento la questione dei rincari verrà ammortizzata da stampatori e editori, che non vorrebbero andare a ritoccare, al rialzo, i prezzi di copertina dei libri: durante il recente Salone Internazionale del Libro di Torino, l’AIE ha presentato i dati aggiornati di settore, dai quali si rileva un calo del prezzo medio di copertina dell’1,6% rispetto al 2020 e del 2% rispetto al 2019, con un costo medio che si assesta a € 14,68.

Ma c’è grande incertezza, perché ad oggi le cartiere e gli editori non conoscono, e faticano a prevedere, quanto potrà costare la carta nei primi mesi del 2022.

A questo si deve aggiungere una diminuita disponibilità della materia prima, dovuta a diversi fattori, come l’aumento della richiesta per sostituire la plastica nel packaging, o la crisi pre-Covid di alcune aziende produttrici, che avevano destinato le loro linee verso altre produzioni.

In ogni caso si profilano alcuni problemi che potrebbero cambiare, salvo inversioni di rotte repentine, le abitudini dei lettori e il lavoro degli editori.

Riuscire ad acquistare una copia del libro tanto desiderato non sarà più così scontato, come già detto, e sul mercato si potrebbero trovare non solo un minor numero di volumi, ma anche di titoli: il problema della carta potrebbe, infatti, andare ad assottigliare ancor di più il setaccio delle case editrici, che si troverebbero a puntare su opere dal sicuro impatto commerciale, dovendo rinunciare ad investire su progetti solo potenzialmente vincenti.

La prima idea che potrebbe sorgere arrivati a questo punto è: perché non passare al digitale?

Il mercato degli ebook è in crescita rispetto agli anni scorsi, ma ancora profondamente lontano dai numeri fatti segnare dal mercato cartaceo, che domina nettamente il mondo dell’editoria.

A giustificare questa tendenza non c’è solo l’abitudine di un gran numero di lettori ad avere un volume fisico tra le mani, ma anche margini ben più ricchi per le case editrici, per ogni libro cartaceo venduto.

Nell’universo degli ebook, la forbice tra costi e ricavi si assottiglia nettamente, con una minore percentuale di guadagno per le case editrici, che devono sostenere molteplici spese fisse: tolta la percentuale per l’autore, infatti, all’editore restano in capo tutti i costi per la grafica, l’editing e l’impaginazione, che rappresentano una buona parte del prezzo di copertina delle copie digitali, decisamente più basso rispetto ai volumi cartacei.

Si stima, infatti, che il costo medio di un ebook si attesti attorno alle € 7,99, quasi la metà rispetto ad un libro tradizionale.

Resta, dunque, un interrogativo: come si riuscirà ad uscire fuori da questo duplice problema legato alla carta, se nelle prossime settimane non dovesse registrarsi una diminuzione dei prezzi e un aumento della produzione?

Il futuro, a quanto pare, non sarà facile. Ma neanche digitale.

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