AIE firma la Carta per la libertà di espressione dell’Associazione Tedesca degli Editori e Librai

A nome dell’Associazione Italiana Editori, il presidente Ricardo Franco Levi ha firmato la Carta per la libertà di espressione proposta dall’Associazione Tedesca degli Editori e Librai (Börsenverein des Deutschen Buchhandels).

La carta è stata presentata in occasione della Settimana della libertà di espressione, istituita quest’anno dal 3 al 10 maggio in ricordo dei roghi di libri che il 10 maggio del 1933 i nazisti accesero a Berlino e nelle maggiori città tedesche, bruciando ogni volume che contenesse pensieri e idee considerati contrari “alla pura cultura tedesca”.

La Carta, composta di undici principi, è consultabile e scaricabile da questo link. Chiunque è libero di sottoscriverla e sostenerla.

“Le libertà di espressione e di edizione sono al centro della missione sociale degli editori – ha dichiarato Levi –. Difendendole non difendiamo solo la nostra professione, ma anche i principi democratici alla base della convivenza civile, principi che non sono mai acquisiti una volta per tutte”.

Di seguito vi proponiamo gli 11 punti che compongono la Carta:

  1. La libertà di espressione è un diritto umano universale e come tale non è negoziabile. Ogni persona ha il diritto di rivendicare la propria libertà di espressione.
  2. La libertà di espressione include il diritto all’informazione, la libertà di stampa e la libertà di pubblicare e riferire.
  3. La libertà di espressione è il prerequisito fondamentale per una società libera, diversificata e democratica. Le opinioni di tutti i cittadini contribuiscono al processo di formazione delle opinioni in una società e garantiscono così la sovranità del popolo in una democrazia.
  4. La libertà di espressione ci obbliga a trattarci l’un l’altro con rispetto, ad ascoltarci a vicenda, a permetterci a vicenda di rispondere, di riflettere e di considerare gli argomenti gli uni degli altri.
  5. Le molestie e l’incitamento all’odio non sono protetti dalla libertà di espressione. Al contrario, violano i suoi principi fondamentali. La libertà di espressione termina quando la dignità di una persona viene violata.
  6. Libertà di espressione non significa libertà dalle critiche. La critica segnala l’inizio di un dibattito significativo e quindi costituisce una parte importante del processo di formazione delle opinioni.
  7. La libertà di espressione richiede una cultura del dibattito per la quale sia lo Stato che la società civile hanno una responsabilità.
  8. Qualsiasi restrizione alla libertà di espressione da parte dello Stato è un segno infallibile di un allontanamento da una società libera, diversificata e democratica. Chiede alla società di resistere e di dimostrare solidarietà.
  9. Gli Stati democratici hanno una responsabilità particolare attraverso le loro politiche estere ed economiche per garantire che le restrizioni al diritto alla libertà di espressione non siano tollerate.
  10. L’uso della violenza contro i dissidenti attraverso intimidazioni fisiche e psicologiche, minacce e pressioni finanziarie è inaccettabile.
  11. La società civile ha l’obbligo di difendere la libertà di espressione, di esporre tutte le restrizioni alla libertà di espressione e di contrastarle efficacemente