Era ormai già da un po’ che il dubbio si era fatto largo nel cuore dei tifosi di ciclismo e in tutti gli appassionati di sport, ma solo ieri ne è arrivata l’ufficialità: Sonny Colbrelli ha annunciato il suo ritiro.
Dopo il malore accusato il 21 marzo di quest’anno alla Volta Ciclista a Catalunya, il trentaduenne bresciano ha deciso che non tornerà più in sella. Troppo pericoloso rimuovere il defibrillatore che gli è stato impiantato.
Un addio difficile, ma preso con il sorriso, perché “la vita è troppo preziosa”, come ha affermato.
Proprio quella vita che ha rischiato di perdere a Sant Feliu de Guìxols, un paese di poco più di ventimila abitanti nella provincia di Girona, quando solo il pronto intervento dei sanitari è riuscito a strapparlo alla morte.
Sonny arrivava da una stagione 2021 trionfale, dove aveva alzato le braccia al cielo come mai prima d’allora: il Campionato Italiano a Imola a metà giugno, quello Europeo a Trento il 12 settembre, e la storica vittoria alla Parigi-Roubaix.
Un tris di successi che l’aveva proiettato nell’Olimpo del ciclismo.
Ma, proprio nel giorno in cui è iniziata la primavera del 2022, la carriera di Colbrelli si è bruscamente interrotta. Proprio mentre si stava preparando ad affrontare nuove sfide, mentre stava guardando al suo domani ciclistico.
La storia di Sonny avrebbe mille spunti di riflessione, ma forse quello più attuale è uno, e merita di essere affrontato: il valore del tempo che stiamo vivendo.
Il presente, quello che troppo spesso bruciamo guardando in avanti, cercando di puntare lo sguardo sempre verso il domani.
Albert Einstein diceva: “Non penso mai al futuro. Arriva così presto”.
E accade che arrivi carico di sorprese, che sconquassano i nostri progetti, e ci portano a modificare le traiettorie che avevamo immaginato.
Vivere l’oggi apprezzandone a fondo ogni più piccola gioia è forse il modo migliore per affrontare ogni giornata.
Perché anche quando sei giovane e vincente può accadere qualcosa di assolutamente inaspettato.
Per celebrare le gesta sportive e umane di questo grande campione, per gentile concessione della Lab DFG, ecco un estratto da “Di ruote, di fango e di lacrime” tratto da “È successo un ’21. L’anno del trionfo azzurro”.
Se fino ad una manciata di chilometri prima era quasi certo che fosse un italiano a scrivere il suo nome nell’albo d’oro della corsa, ora tutte le speranze azzurre sono sulle spalle e sulle gambe di Sonny Colbrelli, che deve giocarsi le sue possibilità con gli altri due al comando.
Ma Sonny ha dimostrato nella sua vita di saper lottare e di saper vincere. È arrivato alle porte di Roubaix partendo molto più lontano di Compiègne, molto prima di questa fredda domenica d’autunno dove si sta giocando le sue carte alla Parigi-Roubaix.
È partito da Casto, da quell’11 aprile 1999 nel quale, seduto sul divano di casa sua, ha visto Tafi vincere la classicissima del Nord con indosso il tricolore. Il percorso è stato lungo e tortuoso. Sotto le sue ruote non sono passate solo decine di migliaia di chilometri, macinati con passione e dedizione.
Ha dovuto pedalare anche contro salite ben più dure da affrontare, come l’obesità, che lo ha portato a fare i conti con il bullismo. Deriso dai compagni, e rifiutato dalla squadra della sua cittadina perché troppo grasso per correre in bici, ha sempre lottato e combattuto per dimostrare la sua passione, quella per il ciclismo, un fuoco che arde vigoroso nel cuore di Colbrelli e che si manifesta ad ogni gara alla quale partecipa, dove riesce a battere non solo i suoi avversari, ma anche i pregiudizi nei suoi confronti. Il giovane Sonny cresce e diventa pian piano un uomo, capace di vivere non solo d’istinto ma anche di valori.
Alla sua attività in bici si divide con il lavoro in fabbrica, che gli permette di essere economicamente indipendente. Si allena al mattino presto, prima di correre per il proprio turno di metalmeccanico, ma quando il tempo e le energie per portare avanti entrambe le professioni si assottigliano, si trova costretto a dover scegliere.
Un giorno, a diciassette anni, rientra a casa, e dovendo prendere una decisione, mette la tuta blu e quella da ciclista di fronte al papà, che lo lascia libero di seguire i suoi sogni sportivi.
Passa professionista a ventidue anni e riesce a trovare la strada della vittoria con sempre maggiore continuità. Una grande promessa del ciclismo alla quale manca, però, l’acuto, il successo che possa permettergli di scrollarsi di dosso per sempre il ruolo di gregario, per diventare finalmente un campione.
Sonny pedala e lavora sodo, e la sua occasione arriva proprio tre settimane prima della partenza da Compiègne: nella prova in linea di Trento batte tutti i suoi avversari e si laurea Campione d’Europa. E ora, con la maglia simbolo del primato continentale coperta di fango è lanciato verso il traguardo di Roubaix, in grado di poter vincere, dopo l’Europeo e il titolo italiano di giugno ad Imola, anche una delle gare più prestigiose dell’intero calendario ciclistico internazionale.
Per acquistare il libro su Amazon.it clicca qui.
Per acquistare il libro su IBS.it clicca qui.
Per acquistare il libro su Feltrinelli.it clicca qui.
Per acquistare il libro su Libraccio.it clicca qui.