di Raffaele Calvanese*
C’è un vecchio detto napoletano che recita testualmente “Carna trista nun ne vo’ Cristo”. Carne triste non ne vuole Cristo. Un anatema essere dei reietti, degli emarginati, dei solitari, degli sconfitti, un anatema che allontana dal centro della vita, dal centro delle cose.
La stessa lontananza la cerca il triste e (apparentemente) sconfitto protagonista dell’ultimo libro di Mario Visone edito da Castelvecchi. Un ex brigatista animato dalla lotta contr l’ingiustizia, che negli anni di piombo è stato uno di quelli passati dal pensiero all’azione e che poi ha dovuto pagare il conto delle sue azioni. Dopo quasi trent’anni quell’uomo ritorna alla vita normale, ma la vita che incontra è diversa da quella che ha lasciato anni prima. Si rifugia su un’isola come a sottolineare questa distanza dal mondo, cercando di scomparire. Ma l’isola amplifica i suoi pensieri e si suoi ricordi ed il destino si frappone di nuovo tra lui e i suoi progetti.
Incontrerà lì, infatti, lontano dalla terraferma nuove ingiustizie e nuovi soprusi che non gli saranno indifferenti. In questo caso la lotta di pescatori che senza avere un’adeguata organizzazione cadono vittima di un cartello che ne sfrutta il lavoro.
La Carna Trista è, per certi versi, un libro intrinsecamente novecentesco. Sicuramente nei temi, negli ideali e nelle storie raccontate, ma anche e soprattutto nella lingua utilizzata. Lo stile di Mario Visone è denso e carico di pathos, non c’è salvezza in questa vita se non nella lotta, questo sembrano dirci, anzi, urlarci tutti i personaggi principali animati dalla penna dello scrittore napoletano.
Alcuni temi, come le lotte sindacali, i diritti dei lavoratori, la dignità della persona sembravano infatti acquisizioni assodate dopo anni di lotte nella metà del 900 ma ora che abbiamo già scritto pagine importanti del nuovo millennio appaiono più che mai in pericolo. La storia che si narra ne La Carna Trista non ha tempo e non ha spazio, non ha una geografia definita, è una storia di lotta e la lotta per i diritti è, si sa, cittadina del mondo per sua stessa definizione.
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*Raffaele Calvanese, speaker radiofonico e giornalista musicale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Orientale di Napoli. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Di che cosa Parla veramente una Canzone” (Scatole parlanti). Dal 2011 al 2016 ha collaborato con Radio Prima Rete, a Caserta, dove ha condotto The Otherside, programma da lui ideato. Dal 2017 va in onda su New Radio Network dove intervista le realtà musicali emergenti della Campania. Scrive per le riviste “Oca Nera Rock”, “Inside Music” e “ShockWave Magazine”. Figura tra i collaboratori di “Poetarum Silva”, rivista online dedicata alla narrativa e alla poesia.