È LUNEDÌ (E IO NO) #4

Settimana impegnativa quella che è appena passata.
Ovviamente non possiamo non parlare morte della Regina Elisabetta II e dell’incoronazione di Carlo (diventato Carlo III). Ogni volta che muore un personaggio di importanza mondiale (se non storica) ci affrettiamo a dire che con la morte di lui o di lei “stavolta il Novecento è davvero finito”. In un ventunesimo secolo in cui probabilmente si sente parecchio la mancanza (e in un certo senso la sicurezza) del Novecento, con la morte di Elisabetta dobbiamo davvero – stavolta – prenderne atto e dirci che è arrivato il momento di andare avanti. Utile certamente questa morte reale per ripassare un po’ di cose sulla monarchia inglese e su tutti i Paesi sparsi per il mondo che questa, più o meno direttamente, controlla.

Tra le tante cose che mi sono venute in mente dopo aver appreso la notizia c’è il dato di fatto che ai prossimi mondiali ascolteremo l’inno inglese (squadra data tra le favorite) nella versione “God save the king”. Una considerazione che sembra sciocca, ma che sciocca non è: sono infatti davvero pochi quelli che prima di giovedì scorso potevano affermare di aver ascoltato (ricordandoselo) l’inno inglese ai tempi di Giorgio VI. Puntuale la replica dell’ amico (e collega giornalista) Liborio Conca che mi ha fatto notare che – considerata la linea di successione – difficilmente per la nostra generazione sarà possibile ascoltare un nuovo “God save the Queen”.

Mancano 13 giorni alle elezioni e su questo tema per adesso non aggiungo altro.

Libri ricevuti: Canova e la bella amata (Nave di Teseo), L’estate dei sospetti (Rai Libri), Dov’è la vittoria (66thand2nd), Un altro calcio (Rizzoli).