di Raffaele Calvanese*
Perché trovo sempre un lavoro?
Mi dicevo, perché non mi lasciano andare alla deriva in pace?
Ci sono libri che chiedono molto. Lo chiedono a chi li legge, ma chiedono moltissimo innanzitutto a chi li scrive. Il memoir lavorativo di Vitaliano Trevisan è uno dei libri che rientrano in questa speciale categoria, quella dei libri che bruciano di vita, di esistenza vissuta senza sconti prima di tutto verso sé stessi e poi verso gli altri.
Non a caso per scriverlo Trevisan ci ha messo tutta una vita, almeno tutta la vita che ha preceduto quella del riconoscimento artistico come scrittore ed attore grazie ad un fortuito incontro con Matteo Garrone che fu la scintilla di tutto quello che è successo dopo l’ultima pagina di questo libro ponderoso, quasi settecento pagine. Un libro che parte dagli anni ‘70, dalla richiesta di avere una bicicletta nuova, e che come una valanga non si ferma, travolgendo tutto e tutti. Vitaliano Trevisan racconta il suo mondo del lavoro che è anche un ritratto dell’economia di questo paese, un mondo (quello del Nord Est) spesso idolatrato come operoso ed economicamente performante che contiene in sé i tanti vizi e le poche virtù dell’economia dell’intero paese.
Il nostro autore riesce a descrivere i suoi compagni di lavoro, i muratori, i lattonieri, i geometri, gli architetti, i dipendenti comunali, gli operai. Italiani, stranieri, veneti calabresi, napoletani, e chi più ne ha più ne metta.
Del resto quando si cammina ai margini non c’è spazio per gli assembramenti, si incontrano solo individui.
Quello che colpisce di Works è la scrittura capace di inglobare tutto. Il lavoro diventa occasione per descrivere una vita attraversata senza rete. Un’esistenza che va incontro a errori, cadute, molte e picchi vissuti senza gloria, in cui la scrittura fa capolino come ancora di salvezza ma non come fine ultimo. Lo scrivere nei primi passi del libro è visto come porto sereno a cui approdare, ma ben presto si capisce che di sereno c’è ben poco. Ogni tanto si intravede un’infatuazione verso un’idea romantica di scrittore maledetto, ma di maledetta in queste pagine c’è solo la fatica, l’alienazione e la frustrazione che spesso si accumula sul posto di lavoro. Vitaliano Trevisan affronta una parabola lavorativa che lo vede partire dal basso per arrivare dopo anni a una posizione anche prestigiosa nel mondo del design di cucine per poi, coinvolto nella morsa capitalista dell’accaparramento perdere gradualmente tutto ed abbandonarsi al ritorno alle origini. Così tornano i lavori manuali che hanno il pregio di salvare l’individuo, dall’alienazione propria di un lavoro chiuso dentro quattro mura e soprattutto salvano l’autore durante le sue crisi depressive che costellano la sua vita lavorativa e la influenzano immancabilmente, lo sguardo però non è mai di commiserazione bensì estremamente lucido e diretto.
In una cooperativa di handicappati, come quella che ho sotto gli occhi, si comprende chiaramente come il lavoro altro non sia se non un’invenzione dell’uomo per contrastare l’insensatezza dell’esistenza, per rendere più leggero il peso di quell’insensatezza.
All’interno gustose incursioni sul mondo culturale, vedi schermaglie con famoso attore e drammaturgo campano, l’incontro con Matteo Garrone, gli scambi con Goffredo Fofi, il rapporto di Vitaliano Trevisan con la sua figura di scrittore, spesso nascosta e sostanzialmente vissuta senza clamori, con naturalezza, a testimonianza del suo approccio istintivo e viscerale allo scrivere.
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*Raffaele Calvanese, speaker radiofonico e giornalista musicale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Orientale di Napoli. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Di che cosa Parla veramente una Canzone” (Scatole parlanti). Dal 2011 al 2016 ha collaborato con Radio Prima Rete, a Caserta, dove ha condotto The Otherside, programma da lui ideato. Dal 2017 va in onda su New Radio Network dove intervista le realtà musicali emergenti della Campania. Scrive per le riviste “Oca Nera Rock”, “Inside Music” e “ShockWave Magazine”. Figura tra i collaboratori di “Poetarum Silva”, rivista online dedicata alla narrativa e alla poesia.