Sette case, Sette storie dentro e fuori di noi

di Raffaele Calvanese*

Un vecchio e abusato adagio sostiene che la casa non ruba ma nasconde. Nel libro di Samanta Schweblin questo detto viene preso e strapazzato a dovere. Le case, infatti, sono il denominatore comune delle sette storie contenute nella raccolta della scrittrice berlinese d’adozione ma argentina di nascita. E proprio dalla tradizione argentina la scrittrice trae i germogli degli aspetti fantastici che abitano i suoi racconti. Questa dimensione fantastica però non spazia nell’irreale, bensì nelle zone d’ombra che ognuno, specialmente i personaggi raccontanti, si porta dentro.

Quello della Schweblin è un libro in cui le case sono abitate da tensioni che sfociano spesso in gesti estremi, in situazioni al limite del grottesco e che il più delle volte culminano nell’esplosione anche sorda del dolore. Ogni abitazione custodisce e spesso, come dice il nostro proverbio, nasconde. Ma quel che viene nascosto non è riferibile agli oggetti quanto ai fantasmi che i suoi abitanti portano in dote con le loro esistenze imperfette.

È proprio nelle imperfezioni che la letteratura della scrittrice argentina riesce a incunearsi dando vita a racconti che lasciano il lettore spiazzato. Le case in cui la narratrice ci porta non ci danno punti di riferimento. È il caso del racconto di apertura della raccolta “Niente di tutto questo” ma anche di quello centrale, il più corposo e il più riuscito, “Respiro cavernoso” che mi ha ricordato la tensione serpeggiante in una narrazione cinematografica simile come il film L’uomo senza sonno.

Ne “L’uomo più sfortunato del mondo” la Schweblin ci fa piombare in poche righe in una situazione angosciante per il lettore ma perfettamente normale dal punto di vista della protagonista, la sua abilità a far percepire la tensione senza doverla per forza mostrare nella sua forma più violenta è forse la caratteristica principale dell’ultimo lavoro della scrittrice argentina già vincitrice dello lo Shirley Jackson Award per il suo romanzo “Distanza di sicurezza” del 2014.

Le case in cui questo libro ci porta sono apparentemente come tutte le altre, la forza della narrazione però mette in risalto tutto il non detto e il non visto che ogni abitazione, anche la nostra nasconde, senza mai rubare.


*Raffaele Calvanese, speaker radiofonico e giornalista musicale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Orientale di Napoli. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Di che cosa Parla veramente una Canzone” (Scatole parlanti). Dal 2011 al 2016 ha collaborato con Radio Prima Rete, a Caserta, dove ha condotto The Otherside, programma da lui ideato. Dal 2017 va in onda su New Radio Network dove intervista le realtà musicali emergenti della Campania. Scrive per le riviste “Oca Nera Rock”, “Inside Music” e “ShockWave Magazine”. Figura tra i collaboratori di “Poetarum Silva”, rivista online dedicata alla narrativa e alla poesia.