di Raffaele Calvanese*
Amoresano è un ragazzo che frequenta Scienze Politiche a Napoli, si muove fra Bagnoli e il centro storico. Il padre lavora all’estero e la madre si appoggia spesso a casa dei suoi genitori. Per questi motivi i nonni, in particolar modo la nonna materna, per il protagonista dell’ultimo romanzo di Alessio Forgione sono la spina dorsale della storia.
Il nostro meglio, edito da la Nave di Teseo, è il terzo romanzo dello scrittore partenopeo e ci porta in un viaggio che si compone di presente e passato in un continuo scambio di flashback che raccontano come la voce narrante sia cresciuta in un rapporto simbiotico con i nonni e di come in particolare sua nonna materna abbia forgiato una parte importante della sua vita.
Il protagonista si trova a confrontare gli anni dell’infanzia, in un tempo sospeso tra spensieratezza e gioia, con quelli del presente funestato dalla notizia della inevitabile morte della nonna a cui è profondamente legato. Quel destino ineluttabile scandisce l’ineluttabile scorrere del tempo verso un punto di non ritorno.
Nel suo peregrinare per le vie del centro storico e sui luoghi della sua infanzia Amoresano incrocia personaggi con cui non riuscirà mai a toccarsi davvero. È il caso di Angelo, suo miglior amico, con cui ha fondato un gruppo musicale e che insoddisfatto della sua vita a Napoli decide di partire senza nemmeno avvertirlo. C’è Mariarosaria, ragazza che gestisce la tabaccheria di famiglia essendo orfana di padre e con una madre assente. C’è poi Anna, che abita al centro storico e che non ha ancora trovato la sua strada nella vita. Tutte le relazioni tessute da Amoresano faticano a prendere una direzione precisa, faticano ad affondare il colpo. È come se i diversi attori sapessero soltanto sfiorarsi.
Lo stesso vale per il dolore dovuto alla perdita che per tutta la durata del libro il protagonista cerca di eludere salvo poi rendersi conto di esserne pervaso fino al midollo.
Questo libro chiude in qualche modo il cerchio aperto con l’esordio di Forgione, Napoli Mon Amour, con cui condivide il protagonista qui narrato però in una vicenda slegata dalla prima. Anche nelle pagine in cui il protagonista sembra non reagire come dovrebbe o come vorrebbe in realtà ci sta solo dicendo che a quell’età è ancora tutto lecito, perché è proprio la giovinezza con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti, la protagonista di tutti i lavori di Alessio Forgione.
La scrittura di Forgione, dopo Napoli Mon Amour e Giovanissimi, si conferma essere agile e allo stesso tempo intensa. Il linguaggio si muove senza passaggi a vuoto tra gergo colloquiale e riflessioni ad ampio raggio. Amoresano ci porta con sé nei decumani, ci fa vedere un’umanità in cerca di un centro di gravità che forse non troverà mai. Forse Il nostro meglio è proprio questo, un libro sulla ricerca. Si cerca di espiare un dolore, si cerca di farei conti con il senso di colpa dovuto al non sentire forte quanto si dovrebbe una perdita.
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*Raffaele Calvanese, speaker radiofonico e giornalista musicale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Orientale di Napoli. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Di che cosa Parla veramente una Canzone” (Scatole parlanti). Dal 2011 al 2016 ha collaborato con Radio Prima Rete, a Caserta, dove ha condotto The Otherside, programma da lui ideato. Dal 2017 va in onda su New Radio Network dove intervista le realtà musicali emergenti della Campania. Scrive per le riviste “Oca Nera Rock”, “Inside Music” e “ShockWave Magazine”. Figura tra i collaboratori di “Poetarum Silva”, rivista online dedicata alla narrativa e alla poesia.