Vite immaginate: scrittori raccontano scrittori

di Simona Cappuccio*

Icone della letteratura internazionale, che mai abbandoneranno i lettori grazie alle loro opere, capolavori eterni come “Frankenstein”, “Lolita”, “La signora Dalloway”, “Gente di Dublino”. Gli autori di quei libri, insieme ad altri, sono i protagonisti di Vite Immaginate – Storie di scrittori e scrittrici, un bel gioco letterario, pieno di aneddoti ma anche di episodi immaginati appunto, che dà vita a una serie di ritratti inediti e fantastici di quelle menti e penne immortali. Parliamo di Mary Shelly, Vladimir Nabokov, Mark Twain, James Joyce, Virginia Woolf, Sylvia Plath, Paolo Volponi e Giorgio Bocca raccontati da dieci autori, tra i migliori del panorama culturale e letterario italiano: Paolo Zardi, Michela Marzano, Gianluca Morozzi, Alessandra Sarchi, Federica Manzon, Viola di Grado, Alberto Cavanna, Piero Colaprico, Michele Cocchi. E a dirigere questa piccola e preziosa antologia è proprio uno di essi, Andrea Tarabbia, vincitore del Premio Campiello 2019 con il romanzo “Madrigale senza suono”, pubblicato dalla casa editrice Bollati Boringhieri.

Il progetto è nato in modo spontaneo – ci racconta Tutte le scrittrici e tutti gli scrittori convocati sono amici, persone con cui mi è spesso capitato di parlare di letteratura, di quali siano i loro autori e autrici preferiti e di tirar fuori, chiacchierando, degli episodi curiosi delle loro vite. Inoltre, il progetto editoriale delle Edizioni Cinque Terre ha, tra i suoi obiettivi, quello di recuperare e riproporre dei classici dimenticati. Ho perciò solo messo insieme le due cose”. La piccola casa editrice indipendente che ha pubblicato il volume, già attiva da vent’anni in Liguria, con la nuova proprietà, la Icon Retail, società che fa capo a Marina Acconci, ha infatti rinnovato il suo progetto editoriale, insieme a una nuova collana di Narrativa, inaugurata da “Vite immaginate”.

Tra i racconti presenti nel libro, uno dei più intensi ed emozionanti, è sicuramente quello scritto da Tarabbia, intitolato “I figli sepolti”, che racconta in modo fantastico il momento in cui la polizia del NKVD, in seguito KBG, fece visita al poeta russo Osip e a sua moglie Nadežda Jakovlevna Mandel’štam. Il resto entrò nella storia: Osip venne condannato ai lavori forzati in Siberia e morì poco dopo a causa di una malattia; la compagna, che aveva imparato a memoria molte delle poesie del marito, ne conservò il ricordo per lungo tempo, diffondendo la sua opera. Ci sono poi il racconto labirintico “Una giornata estiva” che Zardi ha elaborato con la mente rivolta al suo scrittore preferito, Nabokov, quello di Morozzi dedicato a Mary Shelley con un particolare collegamento all’Italia e alla città di Bologna, e quello di Viola di Grado su Sylvia Plath, nel quale il biglietto lasciato poco prima di morire diventa suggestivamente una delle diverse invocazioni d’aiuto lanciate dalla poetessa, che guidano il lettore nella scoperta degli ultimi dieci giorni di vita di una delle voci americane più talentuose del Novecento. Senza dimenticare il racconto sullo straordinario Twain, che chiude effettivamente il volume.

“Vite Immaginate – Storia di scrittrici e scrittori”, complessivamente, è un libro che si legge tutto d’un fiato e, soprattutto, un testo utile sia per chi vuole approfondire alcuni aspetti della vita di scrittori amati da sempre, sia per chi si approccia per la prima volta a loro. Infine, altra piccola nota di merito: il ricavato delle vendite del libro è destinato alla Croce Rossa Comitato della Spezia, che con i suoi operatori sanitari e i suoi volontari si è duramente impegnata nella lotta contro il Covid-19.

*Simona Cappuccio, background umanistico e una laurea in Italianistica con lode. Lavora nella comunicazione e nelle pubbliche relazioni come ufficio stampa. Giornalista pubblicista, scrive di cultura, arte e lifestyle. Cinema, libri e viaggi per vivere.