Immaginiamo la poesia come condivisione: ogni verso può essere un ponte verso qualcuno di fronte a noi, un collegamento verso la sua vita, la sua anima, il suo cuore.
E, alla stessa maniera, immaginiamo una bottiglia di vino: non un semplice contenitore che trasporta un’eccellenza da assaporare, ma l’insieme di milioni di piccole gocce pronte a dividersi in tanti bicchieri, per unire chi condividerà quel momento.
La poesia e il vino come qualcosa da dividere, da spartire, perché possa unire.
E questa visione della poetica condivisa è stata abbracciata e promossa da Paolo Fiorucci, meglio conosciuto come Il Libraio di Notte, coraggioso amante dei libri e della lettura che, dopo aver lasciato il suo lavoro di portiere notturno in un albergo, ha deciso di aprire una piccolissima libreria nel centro di Popoli, un paese di meno di cinquemila abitanti.
Un vero e proprio atto di coraggio e passione, che Fiorucci porta avanti quotidianamente, cercando di creare un legame con i propri lettori, che vada oltre l’aspetto commerciale: alle persone che lo vanno a far visita, infatti, è solito regalare le sue poesie, come un pensiero, un omaggio, un ricordo di quell’incontro, da portare e custodire.
Componimenti che ha raccolto in 21 poesie invece di chiederti come stai, pubblicato da Riccardo Condò Editore, un’antologia nella quale emerge il carattere intimo e reale delle sue opere, dove versi d’amore si alternano ad istantanee di vita quotidiana: ne scaturisce così una lettura sempre piacevole, da fare tutta d’un fiato, lasciandosi trasportare dalle emozioni, o da assumere a piccole dosi, come a volerne centellinare la magia.
Ricordati un filo di lana
per giocare allo sherpa nella neve aquilana
un filo di luna che sembra Majella,
la cima con gli occhi a portata di stella.
Raccogli al riparo un filo di lino
la grazia sgualcita dell’uva nel vino
e un filo di Arianna
per perderti ancora e tornare da te.
Anche il vino, come la poesia, può maturare, mutare e assumere aspetti diversi, che invitino ad una nuova visione dell’esperienza enologica.
La ratafià, ad esempio, è sì vino, ma che si evolve, e che dopo un accurato processo di infusione con amarene, dà vita ad un liquore che rappresenta uno dei capisaldi della tradizione abruzzese.
Quella prodotta da Praesidium, a Prezza, proprio a poco meno di venti chilometri da Popoli, in un microclima eccellente, con ridotto tasso di umidità, forte ventilazione ed elevata escursione termica tra il giorno e la notte, è una delle più alte espressioni della ratafià: un aroma intenso e una calda corposità, che sanno unire in una inebriante esperienza.
Le poesie di Paolo Fiorucci e la ratafià di Praesidium: due eccellenze abruzzesi, da condividere, per lasciarsi unire.