Poesia e Malvasia: “La terza geografia” di Carmine Valentino Mosesso e “Eughenos Raggio di Sole” dell’Azienda Agricola Di Cato

Per capire un paese
devi stenderti nelle cantine,
fare il nido nei silenzi,
lasciar afforzare i canti che hai dentro.

Quanto è difficile capire un luogo, conoscerne le caratteristiche, apprezzarne le qualità, viverne la quotidianità? E quanto è complesso tornare alle campagne, andare a visitare (per non dimenticare) quei paesi ormai abbandonati, recuperando i campi incolti per decidere di piantare lì la propria vita?

Carmine Valentino Mosesso, 27 anni e una laurea in Agraria, ha deciso di far ritorno nelle sue terre appenniniche, costruendo una fattoria dove coltiva la terra e alleva animali, e, mentre va al pascolo, scrive le sue poesie, alcune delle quali ha raccolto ne La terza geografia, pubblicata da Neo Edizioni.
Un vero e proprio inno alla restanza, al ritorno nei paesi dimenticati, quelli lontano dal clamore moderno, dove si sente sussurrare il vento, tra le cortecce di un albero, tra le pietre di una strada che diventa vicolo, che diventa sentiero, che diventa natura.

Venite giù dai monti
srotolate il bosco della lingua,
spaccate la legna delle strade,
consegnate al nuovo mondo
il verbo di un parlare antico:
la punteggiatura del vento,
le sillabe della caccia,
i versi delle lepri e dei cinghiali.

Niente slogan, niente hastag, niente articolate perifrasi moderne per ribadire concetti triti e ritriti, e tornati in voga con la recente pandemia: solo poche parole, pesate, misurate, essenziali, per raccontare l’importanza e la gioia di intraprendere un percorso che guardi al passato.

La vita nei paesi non appartiene a questo tempo
ma è un mondo che cade dentro al mondo,
il paesaggio non è fatto di case ma di sogno.

Un sogno, che oggi brilla scintillante di un numero sempre maggiore di persone che desiderano tornare verso le terre lasciate dai loro antenati, richiamate da quel legame indissolubile che le radici della propria anima hanno con i luoghi natii.

E così Mosesso ha fatto ritorno a Castel del Giudice, un piccolo borgo dell’Alto Molise, ad appena due chilometri dal confine con l’Abruzzo, ad un tiro di sasso da Ateleta.

E, a poco meno di settanta chilometri da Castel del Giudice, si trova, a Vittorito, l’Azienda Agricola Di Cato, nata decenni fa per mano e per volontà di Nonno Mariano, che apprese come innestare le piante nel periodo post-fillossera, e che ha visto raccogliere il suo testimone, nel 2005, dal nipote Francesco.

Ma, come accaduto per Carmine Valentino Mosesso, anche tra i Di Cato le giovani generazioni sono quelle che si rendono protagoniste di scelte importanti e coraggiose: è il caso di Mariapaola, figlia di Francesco, che terminata l’università e nonostante un impiego in ufficio, si è appassionata a questo mondo, decidendo di lasciare un lavoro sicuro per tornare a vivere a contatto stretto con la natura.

In quelle stesse terre coltivate da Nonno Mariano, da un piccolo vigneto di più di sessant’anni, interamente innestato in loco su un terreno argilloso, nasce Eughenos Raggio di Sole, una vinificazione in purezza di Malvasia, le cui uve sono raccolte e diraspate totalmente a mano.

Un prodotto pregevole, che arriva nei calici dopo un percorso lento e naturale, fatto di fermentazione in tini senza aggiunta di lieviti selezionati, e più di cinque mesi di riposo in acciaio: il risultato è vino dalle note di erbe selvatiche aromatiche, fiori campo, miele, radici di liquirizia, piacevole al palato, secco e sapido, dal leggero retrogusto ammandorlato.
Un vino che racconta una terra, quella di Vittorito, e che narra la storia di uomini e donne che hanno messo la loro passione, in tutti questi anni, al servizio dell’Azienda Di Cato.

Un sorso come un lampo, un Raggio di Sole che illumina la mente ed il cuore di chi se ne bagna le labbra. Un viaggio nel tempo come i versi di Mosesso, alla riscoperta di quelle emozioni sopite, ma mai dimenticate.

Io terra, io centro, chiave, rovo, verme, io periferia
abitare un luogo è diluirsi un poco con se stessi
perché è da sempre che viviamo dentro al mondo
ma in corpi diversi.