Tardelli: Pertini e quella telefonata a Bearzot nel 1982…


Da pochi giorni è in libreria Storia d’Italia, del calcio e della nazionale, il secondo volume di Mauro Grimaldi (scrittore, giornalista e consigliere FIGC) che attraverso la storia della nazionale cerca di ricostruire la storia del nostro Paese e a volte sembra proprio che lo specchio migliore dentro cui guardarsi (per capirsi come individuo e come collettività) sia proprio un campo da calcio.

Per gentile concessione dell’editorie LAB DFG vi proponiamo la prefazione firmata dal campione del mondo 1982 Marco Tardelli.


Emozionante, appassionante, pieno di notizie ma soprattutto di momenti indimenticabili. Dalla lettura di questo libro si capisce quanto sia importante lo Sport per un Paese. Sono orgoglioso e onorato di avere partecipato, insieme ai miei compagni e al grande, indimenticabile Enzo Bearzot, per noi come un padre, a una delle varie rinascite del nostro Paese con la vittoria del Mondiale del 1982.

Sì, perché è questa la verità, quella vittoria è rimasta negli occhi e nel cuore di tutti gli italiani perché ha rappresentato per una serie di coincidenze una vera e propria ripartenza per l’Italia, piegata da un decennio cupo e difficile. E noi abbiamo sentito sulla pelle tutta la responsabilità e la gioia di questa impresa. Ma la cosa che qui mi preme dirvi è che tutte queste “Imprese” hanno sempre un Padre, colui che riesce a infondere nelle menti di noi attori sul campo, i valori che poi aiuteranno a raggiungere traguardi inimmaginabili. E io la sensazione di aver trovato un padre che credeva in me l’ho proprio vissuta.

L’onestà, la saggezza e la qualità umana di Enzo Bearzot riuscirono letteralmente a trasformarci, donandoci la forza e il coraggio di affrontare qualsiasi avversario e di superare ogni ostacolo.
In Italia questo miracolo è avvenuto più volte, già con Alcide De Gasperi, che in un momento buio per il nostro Paese chiamò al telefono Gino Bartali e gli chiese l’“Impresa”, che al nostro toscano focoso riuscì meravigliosamente, vincendo il Tour. Anche il nostro Presidente Sandro Pertini nel 1982 chiamò Bearzot, avendo individuato il leader di un gruppo compatto, forgiato a sua immagine e somiglianza, e gli chiese la stessa impresa, raggiunta poi quell’11 luglio di quasi quaranta anni fa e ancora scolpita nei nostri cuori.

È importante per tutti e soprattutto per i giovani avere degli esempi da seguire e lo sport italiano fortunatamente ne è ricco. Nelson Mandela scrisse parole definitive sull’argomento «lo sport ha il potere di cambiare il mondo», ma aggiunse anche
«lo sport ride in faccia a ogni tipo di discriminazione». E io, che mi emoziono alle lacrime ogni volta che rivedo le immagini delle gesta leggendarie di Jesse Owens alle Olimpiadi di Berlino del 1936, ne sono fermamente convinto. Per carità, non credo che siano solo le vittorie sportive a far ripartire un Paese, ma certamente possono riaccendere la fiammella della speranza nel momento in cui diventa sempre
più flebile. E oggi ne abbiamo tanto bisogno. Campi, piscine, piste di atletica e ogni luogo dove si pratica lo Sport, diventano zone franche di purezza e armonia, dove
solo la meritocrazia, la professionalità, la passione e il sacrificio possono vincere. Questo è lo Sport. Non sporchiamolo, non facciamolo diventare ciò che non deve essere.