Premio Invictus: il diario di avvicinamento alla finale di un Grande Lettore

Sono settimane di emozioni nazionali: c’è l’Italia di Roberto Mancini, che domani sera si giocherà l’accesso alla finale dell’Europeo contro la Spagna di Luis Enrique, e c’è l’Italbasket di Meo Sacchetti, che ieri sera ha staccato uno storico pass per le Olimpiadi di Tokyo. Due Nazionali, due squadre con la capacità di unire una nazione e farla sentire un unico cuore che batte all’unisono.
Ma qual è il momento reale nel quale si entra a far parte di un gruppo e ci si sente davvero il componente di una squadra?
Sicuramente, quando arriva la tanto sognata lettera di convocazione, l’emozione è immensa, ma quando per la prima volta ti consegnano tra le mani la maglia da gioco non lo dimentichi più per tutta la vita.
Io l’azzurro l’ho sognato, così come tanti altri che sono diventati grandi sbucciandosi le ginocchia sui campi di pozzolana, o saltando verso il cielo per cercare di aggrapparsi ad un ferro arrugginito e storto. Uno di quei sogni che restano irraggiungibili per i più, ma che aiutano a crescere, a diventare grandi. Niente convocazione e niente maglia, ovviamente, ma un senso di appartenenza innato, che si rianima ogni qual volta sento suonare l’inno nazionale.
E proprio crescendo i sogni mutano, cambiano traiettoria, si evolvono.
Se oggi dovessi chiudere gli occhi e pensare al sogno che brilla in fondo al mio cuore, vedrei desideri che fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di anelare.
E così cambiano forma non solo i sogni, ma anche le chiamate a quei sogni, le convocazioni, e con loro il momento nel quale ci si sente di entrare davvero a far parte di un gruppo, ricevendo idealmente tra le mani la maglia della squadra.

Sono stato un paio di settimane in vacanza con mia moglie e mio figlio: qualche giorno al mare, approfittando delle spiagge meno affollate in giugno, e qualche giorno di relax in montagna. Una piccola pausa per ricaricare le batterie prima della volata lavorativa finale, che mi porterà ad essere impegnato fino all’inizio di agosto.
Tornato a Roma, ho ritrovato il caldo umido della città, il caos del traffico capitolino, e un bel po’ di posta da leggere e archiviare. Tra le varie buste e i pacchetti arrivati in mia assenza, un piccolo scatolone, ma il più voluminoso dell’intera corrispondenza, ha attirato la mia attenzione.
Il mittente era scritto su di un foglio di carta incollato nella parte alta della scatola, e diceva: Lab DFG Editore.

In un attimo la mia mente è tornata a settimane prima, quando una comunicazione, stavolta telematica, mi annunciava il mio ingresso tra i Grandi Lettori del Premio Invictus: l’emozione fu grande, ma nulla in confronto ad avere quel pacchetto tra le mani.
Un po’ come la convocazione e la maglia, alle quali accennavo prima, in quel momento era arrivato il simbolo del mio ingresso in un gruppo, tanto stimato e sognato, il segno che era arrivato il tempo di scendere in campo.
Tra le pareti di cartone tenute insieme da del nastro adesivo, infatti, c’erano i cinque libri finalisti del Premio Letterario Sportivo Invictus, quelli che io, e altri illustri componenti dei Grandi Lettori, dovremo leggere, per dare il nostro contributo al gruppo dei giurati.
Un compito che mi inorgoglisce e mi responsabilizza, perché quanto fatto dal Premio Invictus durante la sua prima edizione, è stato qualcosa di straordinario: nonostante le difficoltà legate alle restrizioni per il Covid-19, il Premio ha segnato l’inizio di un percorso importante per la letteratura sportiva italiana.
Lo sport, ancora una volta, torna a bussare alla porta dei miei sogni: non la maglia azzurra dell’Italia, ma la cinquina dei libri finalisti del Premio Invictus.
Si cresce, e i sogni mutano, cambiano traiettoria, si evolvono, ma quando arriva l’inizio di una nuova avventura ci si sente emozionati, e si torna ad essere anche un po’ bambini.
È l’euforia che muove i sogni, ma questa volta con la maturità che fa sentire anche la consapevolezza dell’impegno e del prestigio al quale si è chiamati: essere parte di un gruppo, essere il componente di una squadra.
Uno dei Grandi Lettori.
L’Invictus chiamò!