Si celebra oggi, 5 giugno, la Giornata Mondiale dell’Ambiente, proclamata nel 1972 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.
Si tratta di un momento di informazione e riflessione sulle tematiche che minacciano quotidianamente, e in maniera sempre più preoccupante, l’ambiente che ci circonda.
Un appuntamento molto importante, che noi di Liberementi vogliamo celebrare con una selezione di quattro titoli che possano far conoscere le problematiche che affliggono il nostro pianeta.
Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi, di Jonathan Safran Foer, per Guanda Editore.
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l’umanità andrà incontro al rischio dell’estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l’emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karsky, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l’orrore dell’Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c’è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto? Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un libro unico, che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
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Non c’è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali, di Luca Mercalli, edito da Einaudi.
Siamo un pezzo di natura, lo dice la scienza ecologica, e se la natura si degrada anche noi facciamo la stessa fine. Partiamo da dove posiamo i nostri piedi. Ogni secondo in Italia spariscono sotto cemento e asfalto 2 metri quadrati di suolo. Eppure il suolo è la nostra assicurazione sul futuro, per produrre cibo, per filtrare l’acqua, proteggerci dalle alluvioni, immagazzinare CO2. La sua perdita irreversibile è un grave danno per noi e per figli e nipoti. Tanto piú in epoca di riscaldamento globale che, inducendo fenomeni meteorologici estremi – alluvioni, siccità, ritiro dei ghiacciai e aumento dei livelli marini – minaccia il benessere dei nostri figli e nipoti. Eppure ci sono molti modi per risparmiare energia evitando di aggravare l’inquinamento atmosferico o per non sprecare inutilmente le risorse naturali che scarseggiano mettendo a rischio il futuro. Mercalli lo dice e lo scrive da oltre vent’anni, e propone qui un compendio di riflessioni, prendendo lezioni di metodo e di vita da Primo Levi.
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Oro blu. Storie di acqua e cambiamento climatico, di Edoardo Borgomeo, per Laterza.
L’acqua è elemento essenziale per gli esseri umani. La nostra stessa vita è condizionata dalla sua presenza o dalla sua assenza, dalla sua purezza o dal suo inquinamento, dalla sua forza incontrollabile o dalla sua ricerca. Un pianeta più caldo significa ghiacciai che si sciolgono, piogge meno prevedibili, alluvioni più frequenti, deserti che avanzano. Nell’acqua vediamo gli effetti del riscaldamento globale. Ma anche se l’acqua è protagonista di questi cambiamenti, non ci appassiona. Forse perché la tocchiamo, la beviamo e la sprechiamo ogni giorno. Forse perché ci fa paura: sappiamo che sta finendo e perciò congetturiamo che le guerre del futuro si combatteranno per lei. Oppure, anche peggio, che ci annegherà tutti a causa dei cambiamenti climatici. Attraverso nove storie di persone la cui vita è profondamente legata all’acqua – in un viaggio che attraversa la Sicilia, il Bangladesh, l’Olanda, il Brasile, l’Iraq, l’Inghilterra, Singapore e la Nuova Zelanda – Oro blu ci fa scoprire come l’acqua si intrecci all’economia, alla storia, alla cultura e alla vita di ciascuno di noi. Una narrazione-reportage che, unendo interviste, episodi storici e dati scientifici, trasforma la nostra visione. La tesi di questo libro è semplice: la gestione dell’acqua non è solamente compito di ingegneri, economisti o ecologi, ma è compito di tutti. Perché senz’acqua niente è possibile ed è nostro compito difenderla, conservarla, evitare che venga sprecata o inquinata.
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Italian Wood di Ferdinando Cotugno, edito da Mondadori Electa.
Dal 1936 a oggi i boschi in Italia sono quasi raddoppiati. Senza accorgercene, siamo diventati un grande paese forestale: oggi più di un terzo del nostro territorio è coperto da alberi. Questo ritorno del bosco è la principale trasformazione della nostra area geografica nell’ultimo secolo: è l’effetto del tramonto della nostra civiltà contadina e dell’intensificarsi dell’agricoltura. Si tratta di una bella notizia, piena di sfide e di complessità. In questi decenni l’avanzata è stata spontanea e senza governo: oggi la questione boschiva ci pone una serie di domande che riguardano in modo diretto il nostro futuro. Il contrasto agli incendi, la cura e la manutenzione del territorio, il dissesto idrogeologico e, sullo sfondo, il grande tema di questi anni: il cambiamento climatico. Il legno è una risorsa rinnovabile, fonte energetica principale per un quarto delle famiglie italiane, ed è una materia prima centrale per la nostra economia del mobile e della carta. Siamo ancora nel pieno dell’età del legno, ma la sostenibilità nel suo utilizzo per la nostra vita quotidiana passa anche da una visione globale delle cose. Ci sono domande che troppo spesso vengono ignorate, anche nelle ondate di indignazione per gli incendi in Amazzonia: quale legno usiamo? Da quali paesi e da quali foreste proviene? Cosa possiamo fare come paese e come consumatori?
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