“Mi piace immaginare (e non è davvero difficile farlo) che i personaggi che popolano la Divina Commedia abbiano l’aspetto, la corporatura massiccia, gli abiti, gli sguardi dardeggianti di quelli che animano gli affreschi di Giotto“.
Parola di Stefano Zuffi, che in occasione del 700° anniversario della morte di Dante, arriva in libreria con Paradiso per due: Giotto e Dante, per Enrico Damiani Editore, un volume dove mette a confronto le vite dei due giganti, affacciati insieme sulle soglie del Trecento, e che hanno spalancato alla Storie le porte della modernita.
Una coincidenza spazio-temporale perfetta unisce Dante e Giotto. Nati a distanza di un paio d’anni e nel raggio di poche miglia, sono gli indiscussi protagonisti di una rivoluzione: grazie a loro, l’individuo torna al centro della scena, consapevole della propria avventura umana.
Grazie a loro, noi ci sentiamo, oggi, persone libere, dotate di un’identità individuale e irripetibile, di una responsabilità morale e di una presenza fisica qui, adesso, in questo mondo.
Nella cornice del primo Trecento, le strade di Dante e Giotto si incrociano di continuo. I due protagonisti si incontrano non solo da giovani a Firenze ma anche negli anni successivi, in altre città, come Padova e Ravenna. Si stimano, tra le loro opere c’è un’evidente relazione ed entrambi sono tra i primi uomini di cultura a diventare “personaggi”, resi celebri dalla circolazione di aneddoti e di battute, fino a comparire nelle novelle e nei racconti. Vite che prima il destino unisce e poi divide. L’esilio di Dante si specchia, in totale contrasto, con il successo crescente di Giotto; l’uno bandito ramingo dalla sua città, l’altro sempre meglio inserito, integrato e acclamato.
Paradiso per due è un avvincente viaggio tra arte e letteratura. In queste pagine il talento, le vite e i capolavori di Dante e Giotto dialogano attraverso l’amore per Firenze e i numerosi viaggi nelle corti d’Italia, la prodigiosa fantasia e lo sguardo concreto sulla realtà. Non è un caso che la Divina Commedia e gli affreschi della cappella degli Scrovegni nascano in parallelo: con la loro sonora, avvolgente energia, i due “benedetti toscani” ci offrono, in una lingua chiara, espressiva e diretta, una grandiosa fiducia nelle capacità di ogni uomo e di ogni donna. E ci aprono la strada di un mondo nuovo.
Nata negli stessi anni della Divina Commedia, anche la cappella degli Scrovegni è concepita come un insieme unitario, e non come sequenza di episodi accostati uno all’altro. Come i singoli canti e i vari personaggi di Dante prendono senso e vigore, potenziandosi a vicenda nell’ambito della struttura del poema, così le scene affrescate da Giotto sono i capitoli di un incalzante e coerente racconto visivo, sul medesimo tema dantesco del cammino della salvezza dell’uomo.
Stefano Zuffi, storico dell’arte, ha pubblicato oltre cento volumi di divulgazione culturale, legati soprattutto al periodo rinascimentale e barocco. È stato responsabile di collane di successo dedicate alle arti figurative come gli Artbook e I dizionari dell’arte. Le sue opere sono oggi tradotte in tutto il mondo.
Tra le tante ricordiamo Grande atlante del Rinascimento (Mondadori Electa), Bella! Italia (Sassi Editore), Le donne che amano sono pericolose (Rizzoli), Nel segno di Caravaggio (Skira), Il mondo dipinto, Le parole dell’ar te, Leonardo (tutte edite da Feltrinelli Kids), Il racconto della pittura da Giotto a Caravaggio (Hoepli).
Collabora alla realizzazione di mostre temporanee e cura iniziative per la valorizzazione dei musei milanesi. È responsabile culturale delle Associazioni Amici di Brera e del Museo Poldi Pezzoli.
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