Il 27 giugno 1980 è una data che è entrata a far parte della Storia del nostro Paese. Di quella Storia, con la “S” maiuscola, che non solo si studia sui libri di scuola, ma che segna in maniera indelebile il percorso di quello che ne seguirà.
Il 27 giugno 1980 era un venerdì di inizio estate: appena una settimana prima la Nazionale di Enzo Bearzot, quella che due anni dopo avrebbe alzato al cielo la Coppa del Mondo in Spagna, aveva terminato come quarta classificata il proprio cammino all’Europeo giocato proprio in Italia, tra Roma, Napoli, Torino e Milano.
E proprio Milano, il 27 giugno 1980, è il cuore pulsante di una nazione, che vive un evento destinato ad entrare di diritto nella Storia della musica e della cultura moderna: il concerto a San Siro di Bob Marley. Per la prima volta i cancelli di quello che appena 117 giorni prima era diventato lo stadio Giuseppe Meazza, si aprono per ospitare non una partita di calcio, ma il concerto di colui che è tutt’ora considerato una figura iconica della musica Reggae, e non solo.
Ma proprio pochi minuti prima dell’inizio del concerto, nel lembo di cielo compreso tra Ponza e Ustica, il DC-9 della Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, precipita in mare, portando via con sé, per sempre, le vite dei 77 passeggeri e dei 4 membri dell’equipaggio.
Non si tratta di un accidentale disastro aereo, ma di quella che sarebbe stata ribattezzata la Strage di Ustica, la prima di un 1980 infuocato, che poco più di due mesi dopo avrebbe visto piangere gli 85 morti della Strage di Bologna.
Tutto questo in una sera, quella di quel venerdì 27 giugno 1980.
Quanti significati possono esserci in una data? E che importanza cruciale può rivestire un determinato giorno, in ambiti diversi e lontani della nostra storia e della nostra cultura?
Proprio dalle vicende musicali, e non, di quel 27 giugno ha inizio L’estate di Bob Marley 1980, di Paolo Pasi, edito da Jaca Book.
Per Pietro, il 27 giugno 1980 rappresenta una data spartiacque, un cruccio, un rammarico: lui a quel concerto sarebbe potuto esserci, ma ha scelto di non andare. Ma il destino vuole che Pietro, a seguito di un malore avvenuto quarant’anni dopo, si risvegli proprio quel venerdì mattina di fine giugno, nella sua casa di Milano, dove il fratello Luca si sta preparando per andare ad assistere al concerto di Bob Marley. Pietro ha così una nuova occasione, quella che ha sempre sognato e desiderato: ha davanti a sè l’opportunità di afferrare quel biglietto, di imboccare la strada che porta a San Siro, di fare pace col suo passato, che ora è tornato ad essere improvvisamente il suo presente.
Il salto all’indietro nel tempo crea imbarazzo in Pietro e nelle persone che incontra nel suo ritorno nel 1980: trovarsi improvvisamente nella realtà di quarant’anni prima lo porta, spesso, a pensare e a parlare con una mentalità che spiazza chi lo ascolta. La tecnologia, l’inflazione, il futuro dell’Italia e del mondo, sono un bagaglio esistenziale e culturale dal quale a volte Pietro fatica a liberarsi, creando anche fraintendimenti divertenti per chi legge.
In questa nuova opportunità Pietro, accompagnato dal fratello Luca e dall’amico Alberto, varca finalmente i cancelli di San Siro, vivendo non solo quel concerto al quale aveva sempre desiderato assistere, ma condividendolo con Elisa, quella che era stata già, nella sua “prima vita”, il suo grande amore.
La storia di Pietro ripercorre alcune pagine della Storia italiana che si sono ripercosse fortemente sul futuro che le hanno seguite, e delle quali tutt’oggi si intravedono ancora le cicatrici: la narrazione, che si muove sul ritmo in levare del reggae di Marley, parte dalla musica per esplorare in lungo e in largo una stagione, come quella dell’inizio degli anni ‘80, divenuta cruciale per la Storia del nostro Paese.
Paolo Pasi conduce il lettore all’interno della vicenda grazie ad uno stile di scrittura diretto, che dà ritmo alla vicenda, anche grazie ad una suddivisione in brevi sotto capitoli che rendono la lettura snella e veloce.
L’estate di Bob Marley 1980 è senza dubbio un libro da affrontare, indipendentemente dalla passione o meno per la musica, e per quella di Bob Marley: si tratta, infatti, di un romanzo come una finestra su un momento del nostro passato che sta continuando ad influenzare il nostro presente. Un libro per conoscere meglio l’Italia che è stata prima di noi, e per tentare di capire qualcosa in più della stagione che stiamo vivendo.
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