La maglia Rosa, Dante e quella voglia di arrivare alle stelle

Il Giro d’Italia celebra il su simbolo più prezioso: la maglia rosa che compie 90 anni dalla sua comparsa (indossata per la prima volta da Learco Guerra). Fu introdotto nell’anno 31 dello scorso secolo da un’idea di Armando Cougnet, un giornalista de La Gazzetta dello Sport che nel 1909 aveva ideato proprio la gara a tappe.

Ma non basta, perché questo 2021 non è soltanto il novantesimo compleanno della Maglia Rosa, ma è anche un anniversario dantesco e proprio in occasione dei 700 anni dalla morte del sommo poeta la maglia del leader della corsa a tappe italiana riporterà sul colletto una frase della Divina Commedia, ma non una frase a caso: l’ultimo verso del Purgatorio che recita: “Disposto a salir a le stelle”.

Dopo aver scalato la montagna del Purgatorio ed essersi immerso nei fiumi Letè ed Eunoè per dimenticare il concetto del peccato e ravvivare in sé la memoria del bene compiuto, il pensiero di Dante, che paragona se stesso a una pianta nuova con nuova fronda (quindi un uomo diverso da quello che era prima), è oramai uno solo: rinnovare l’anima, non lasciarvi più altra orma che quella del bene e aprirle così la via del cielo. Il poeta è quindi pronto a salire al Paradiso per contemplare la beatitudine e la grazia di Dio.

Le stelle, osserva sono la meta di Dante e per questo motivo ricorrono nel verso finale di ogni cantica della Divina Commedia: una rispondenza che «non è pura simmetria, ma espressione del motivo ideale che corre attraverso il poema e lo innalza costantemente verso la meta». Con questo verso, Dante racchiude il significato dell’intera opera, di Dio, dell’universo, del fatto che l’amore è il meccanismo del mondo e di tutta la vita.

In fondo, a ragionarci bene, Dante Alighieri non suona come il nome di un ciclista del secolo passato?