SPESSO UN CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA CI FA VEDERE LE COSE SOTTO UNA LUCE DIVERSA. FRANCO FABBRI CI GUIDA ALLA SCOPERTA DELLA MUSICA «EUROCOLTA»
Il musicolo Franco Fabbri è tornato recentemente in libreria con un nuovo lavoro dal titolo Non è musica leggera, edito da Jaca Book.
Quella di definire una musica «al contrario» è una pratica più comune di quanto non sembri. Nell’Ottocento si dovette trovare un nome per la musica che non era d’arte né folk, e nacquero i concetti di popular music, di musica leggera, di musique de variétés. Ancora quarant’anni fa qualcuno la chiamava musica extracolta. E allora perché non definire la musica colta come quella musica «che non è leggera»? Spesso un cambiamento di prospettiva fa vedere le cose sotto un’altra luce. La prima parte di questo libro (con un’unica eccezione) contiene saggi su musiche nate fra l’inizio del Novecento e i primi anni Duemila, da Mahler a Donatoni, Sciarrino e Francesconi, passando per Ives, Bartók, Weill, Šostakovi/, Schönberg, Bernstein, Glass, Zappa (lo Zappa «colto», naturalmente) e altri. La seconda parte contiene saggi teorici su musica e musicologia, che affrontano la musica eurocolta come una delle culture musicali del pianeta, non la sola. Non è musica leggera, appunto.
«PARLO DI UNA MUSICA CHE AMO, CHE NON HO MAI PENSATO PER UN ATTIMO DI DEFINIRE “PESANTE”, “PER I VECCHI”, “MANTENUTA DAI CONTRIBUENTI”, RIBALTANDO EPITETI COME “LEGGERA”, “DEI GIOVANI”, “DI CONSUMO”. MA CHE, ALMENO PER ORA, MI PIACE DEFINIRE PER QUELLO CHE NON È»
FRANCO FABBRI è noto per essere stato uno dei primi studiosi della popular music, non solo in Italia. Ma fin dall’inizio della sua attività di ricercatore e di saggista ha continuato a occuparsi anche di altre musiche, e soprattutto della musica colta del Novecento. Fra i vari aspetti della sua personalità di musicista e studioso polimorfo (l’aggettivo è nella motivazione del Premio Tenco, che gli è stato conferito nel 2019) ci sono quelli di conduttore a Radio Tre, docente all’Università e al Conservatorio, amministratore di enti lirici e sinfonici, direttore artistico di rassegne musicali, redattore di riviste musicologiche, oltre alla più nota attività di cantante, chitarrista e autore nel gruppo degli Stormy Six. Tra i suoi libri: Elettronica e musica (1984, con un’introduzione di Luigi Nono), Il suono in cui viviamo (prima edizione 1996), L’ascolto tabù (prima edizione 2005).
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