Auguri Elisabetta! Per i 95 anni della Regina l’intervista alla royal watcher Eva Grippa

di Simona Cappuccio*

Oggi, 21 aprile la Regina Elisabetta II compie 95 anni. Pochi giorni fa l’addio al suo amato Filippo (la sua “roccia”) e mentre qualcuno inizia a parlare di passaggio di consegne noi abbiamo raggiunto Eva Grippa che è in libreria con il suo nuovo libro Elisabetta e le altre (DeAgostini) in cui ripercorre le tappe più importanti della vita della sovrana, parlando anche delle donne che l’hanno accompagnata durante il suo percorso di vita: da sua madre alla compianta sorella Margaret, principessa senza favola, a Wallis Simpson. Senza dimenticare Lady Diana Spencer.

Pochi giorni fa si è svolto il funerale del principe Filippo. Cosa pensa abbia rappresentato questo lutto per Elisabetta? 
La morte di Filippo è stato un presagio di mortalità anche per lei, apparentemente eterna e invincibile. In questo frangente abbiamo scoperto per la prima volta la fragilità di questa figura stoica e dignitosa, vedendola quasi barcollare, all’ingresso della cappella di St. George dove si si sono tenute le esequie, e scoprendo che come qualsiasi anziana vedova si era messa in borsa un fazzoletto da taschino del marito defunto e una loro foto dei primi tempi del matrimonio. Vederla poi seduta isolata dentro la cappella, durante il rito funebre, ha reso ancora più evidente il suo dolore per aver perso il compagno di una vita. Filippo è stato la sua ‘roccia’, come ha detto lei in passato, ma di fatto anche l’unica voce cui era concesso contraddirla, e quindi forse l’unica persona capace di darle consigli e critiche senza filtro. L’unica a trattarla come Elisabetta – quantomeno in privato – e non come regina, inclusi i figli.

Cosa non abbiamo ancora capito di lei?
La sua umanità. Il più grande misunderstanding risale ai tempi della morte di Diana: l’hanno accusata di essere insensibile, ma lei semplicemente non considerava la necessità di dover consolare il Paese per la perdita di una donna che, per quanto amata, non era più parte della famiglia reale, perché divorziata. Elisabetta è una donna rigorosa che mette il senso del dovere davanti a tutto, non è capace di grandi slanci di affetto, ma ama ridere e godere della compagnia delle persone care. Poi ha uno spirito arguto ed è bravissima a imitare gli accenti di ogni parte del suo regno.

L’episodio che ha più segnato la vita della regina a suo avviso?
Oltre alla citata morte della ‘principessa del popolo’, quella di sua sorella Margaret. Perché in cuor suo Elisabetta si è sempre addossata la colpa dell’eterna infelicità della principessa; negarle il matrimonio con Peter Townsend l’ha condannata a vagare da un amore all’altro senza fine. Margaret non ha mai trovato il suo posto nel mondo perché la presenza e il ruolo di Elisabetta, di fatto, l’hanno condannata a essere la numero due per sempre.

Secondo lei con quali delle figure femminili, di cui parla nel suo libro, Elisabetta si è trovata più in difficoltà?
Forse con Camilla, perché ha sottovalutato la portata dell’amore che suo figlio provava per lei. Per anni si è rifiutata di pronunciarne il nome, ha perfino spostato di un giorno il loro matrimonio – dopo 30 anni di attesa – per spedire Carlo a Roma, in sua rappresentanza, per la morte del papa Giovanni Paolo II. Ma alla fine ha dovuto ricredersi perché Camilla si è impegnata per assumere il ruolo di consorte reale, sempre un passo indietro rispetto a Carlo, ha vinto la propria timidezza, si è messa in gioco con lo stile, ha fatto – come si dice – il suo lavoro. Soprattutto: non ha mai pronunciato una parola sbagliata, nemmeno per difendersi quando i tabloid andavano giù pesanti con le metafore equine, la soprannominavano la meno elegante del regno e perfino sgualdrina. Non sarà amata (difficile esserlo, per tutti sarà sempre e solo la cattiva nella storia infelice di Diana) ma il suo comportamento è irreprensibile e il suo amore per il principe di Galles sincero.

Crede che Elisabetta abbia mai provato rimorsi nei confronti di Lady D?
Credo abbia capito di aver fatto degli errori con lei, soprattutto nel valutare il suo ‘curriculum’, per così dire, e che abbia imparato ‘la lezione’. Quando è arrivato il momento di educare Kate alla vita di corte si è assicurata che il suo fosse un lungo apprendistato.  

La sua opinione sulla vicenda Harry e Meghan?
Per circa due anni sono stati la coppia più amata nella famiglia reale, battendo perfino William e Kate che d’un tratto, a paragone, sembravano vecchi e ingessati. Però è come se la popolarità abbia fatto pensare loro che fosse possibile bypassare le gerarchie; cosa che, in una monarchia, è di fatto impossibile. Se nessuno ha presto le difese di Meghan, come lamenta lei, rispetto alla questione delle lacrime di Kate (chi ha fatto piangere chi?) non è per un fatto di simpatia, ma perché Kate è moglie del secondo erede al trono e un giorno sarà regina. Credo che se avessero pazientato la corona avrebbe trovato un posto per loro, anche svincolandoli dai doveri di senior royal, ma hanno agito impulsivamente. Se davvero avessero voluto cambiare le cose, svecchiare la monarchia, avrebbero potuto farlo agendo dall’interno. Quanto all’intervista con Oprah ho trovato fosse in linea con la loro nuova vita di “semplici celebrities” a caccia di pubblicità, una messa in scena piuttosto trash. Con quella mossa hanno conquistato il pubblico americano ma perso per sempre il pubblico inglese, e quello dei royal watchers (di cui faccio parte) deluso dalla coppia che fino a quel momento amava e che aveva sostenuto anche quando aveva scelto di dire addio alla monarchia.

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*Simona Cappuccio, background umanistico e una laurea in Italianistica con lode. Lavora nella comunicazione e nelle pubbliche relazioni come ufficio stampa. Giornalista pubblicista, scrive di cultura, arte e lifestyle. Cinema, libri e viaggi per vivere.