di Raffaele Calvanese*
La scena Hardcore italiana nasce negli anni 80 e da allora resta un punto di riferimento in tutta Europa. In quel contesto sono nate band divenute di culto come i Negazione e i Wretched. Con la fine del decennio 80 però anche la narrazione su questo movimento sembrava essersi sopita.
In questo, apparente, vuoto narrativo si inserisce il bel libro Schegge di Rumore, edito da Scatole Parlanti e curato da Andrea “Capò” Corsetti e Monica” Rageàpart” Miceli. Il libro già dal sottotitolo spiega bene il suo campo d’indagine: storie di hardcore italiano negli anni ’90. Ed è proprio il decennio che ha traghettato il nostro paese al nuovo millennio che viene raccontato attraverso una lunga intervista ad alcuni dei maggiori esponenti della scena musicale hardcore di quegli anni.
Partendo da una serie di domande il libro finisce per diventare un racconto corale dell’Italia degli anni 90. La provincia meccanica, quella dove agli albori della rete arrivavano col contagocce novità musicali e nuovi generi. Il paese dei centri sociali che ancora riuscivano a garantire una rete all’interno della quale si potevano sviluppare contenuti, controculture, esperimenti sociali, occupazioni e prodromi di progetti politici alternativi al potere costituito.
Tutto questo e molto altro è stato l’Hardcore in Italia negli anni 90. Tra gli intervistati figurano membri di band come gli Affluente di Ascoli Piceno, i Contrasto di Cesena, i By All Means di Mantova, i Flopdown dello stesso Capò Corsetti, passando per i Frammenti di Torino e Dissesto di Pescara, fino agli Hobophobic della provincia di Taranto e i napoletani Sickoids.
Attraverso le tematiche trattate nei quattro capitoli principali si inquadrano alcune delle caratteristiche principali di questo movimento musicale che per molti esterni a questo universo è visto quasi come un mondo a sé stante. Questi racconti però servono proprio a fornire una chiave per conoscere uno dei più vitali ed entusiasmanti ambiti musicali di questo paese che ha saputo abbracciare non solo la musica ma anche la politica e molte questioni sociali importanti.
La voglia di sfuggire ad una società ingessata, le tematiche ambientaliste ed animaliste. La fondamentale componente del DIY e la capacità di potersi esprimere in modo immediato anche senza padroneggiare alla perfezione competenze musicali erano i principali pilastri del movimento accacì italiano.
Le pagine trasudano buona parte dell’energie che scaturisce dai ricordi dei protagonisti di allora, ci restituiscono la fotografia di un’Italia che in qualche modo non c’è più. La fitta rete dei centri sociali che garantiva punti fermi e palchi disponibili alle band che giravano lo stivale in lungo e in largo. Le fanzine passate come reliquie in grado di tramandare succulente novità e di far arrivare la propria musica il più lontano possibile anche prima dell’avvento di internet.
“Fu come inseguire il malessere che mi divorava fino a sbatterci la testa contro. Invece di un muro trovai una porta aperta, conobbi l’hardcore e me stessa” È la stessa Monica Miceli a dare una delle migliori definizioni di quello che accomunò molti dei ragazzi che negli anni 90 si avvicinarono all’hardocre rinverdendo i fasti della, ancora oggi, mitologica scena degli anni 80.
Il libro si chiude con una sezione dedicata alle locandine autoprodotte ed ai flyer di molti concerti rimasti nella storia del genere hardcore anni 90, ennesima testimonianza di un periodo e di un movimento che sul concetto del DIY hanno costruito una ragion d’essere.
Se ti interessa questo libro puoi acquistarlo subito su Feltrinelli.it o su Ibs.it
* Raffaele Calvanese, speaker radiofonico e giornalista musicale, si è laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l’Orientale di Napoli. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Di che cosa Parla veramente una Canzone” (Scatole parlanti). Dal 2011 al 2016 ha collaborato con Radio Prima Rete, a Caserta, dove ha condotto The Otherside, programma da lui ideato. Dal 2017 va in onda su New Radio Network dove intervista le realtà musicali emergenti della Campania. Scrive per le riviste “Oca Nera Rock”, “Inside Music” e “ShockWave Magazine”. Figura tra i collaboratori di “Poetarum Silva”, rivista online dedicata alla narrativa e alla poesia.