“Anime in pena” in cerca di riscatto nel corto di Alessandro Corazzi

Vincenzo e Marika sono due “Anime in pena”. Vincenzo vive di espedienti, Marika si esibisce in un night club arrotondando con i clienti nel Motel al piano di sopra. È la notte della vigilia di Natale, la notte in cui tutto può succedere, la notte in cui le anime in pena si perdono ma a volte si ritrovano.

“Anime in pena” racconta uno stato d’animo, una sensazione tragica di smarrimento e di vuoto. E’ la storia di due solitudini che scontano la propria vita come fosse una pena inflitta dall’egoismo di una società che li circonda e dal peso di spettri e ferite che si portano dentro. Due emarginati che si incontrano nella notte della vigilia di Natale e sarà forse questo improvviso e strampalato momento di innocente intimità in una squallida stanza di albergo a dare a tutti e due un piccolo contatto umano, una flebile scintilla in grado forse di far ripartire queste loro vite impantanate.

“Si tratta di una sceneggiatura che ho scritto nella prima decade degli anni duemila. Sarà stato il 2006 o forse il 2007” – dice il regista Alessandro Corazzi – “e in un certo senso in questi anni è cresciuta e maturata insieme a me”. “Cosa mi ispira? Il cinema indipendente americano, Penso a Smoke o a Broken flowers. In Anime in pena racconto due solitudini allo sbando che si incontrano nel momento in cui tutti si riuniscono, durante la notte di Natale”. “Volevo un film con una forte carica umana e per questo ha un impianto semplice che non vuol dire datato, ma che significa vero e sincero. Come veri e sinceri sono i sentimenti di cui parlo in questo film. Io amo i campi lunghi, i tempi morti e mi sono accorto di aver fatto un film di primi piani. Inconsciamente sapevo che era quello il modo giusto per raccontare l’evoluzioni di due corpi sofferenti che forse nemmeno lo sanno, ma cercano un riscatto”.

Anime in pena è stato recentemente selezionato dal Cuneo Film Festival
.