“Max e Giulia”, il nuovo albo illustrato di Fulvia Degl’Innocenti e Elena Pensiero

Torna in libreria l’Orango Rosa, de La Margherita Edizioni, con un nuovo albo che racconta una storia di disforia di genere. Si tratta di un’espressione poco conosciuta, che forse non dirà molto alla maggior parte dei lettori, ma che nasconde un malessere profondo, quello percepito dagli individui che non si riconoscono nel sesso assegnato loro alla nascita.

All’Orango Rosa piacciono i temi “difficili”, anche quelli che spesso, per un distorto senso del pudore, si preferisce non proporre ai bambini. L’Orango, invece, è convinto che anche di disforia si debba parlare, per conoscere, capire e includere. Tutto ciò che esiste nel mondo in cui viviamo va raccontato, spiegato e approfondito, anche e soprattutto ai bambini, affinché crescano consapevoli delle diversità che ci distinguono e ci uniscono. Questo pensa il nostro Orango e oggi siamo contenti che il suo megafono torni a diffondere la propria voce e le proprie idee.

Quella che l’Orango Rosa propone nel nuovo libro della collana è la storia, scritta da Fulvia Degl’Innocenti e illustrata da Elena Pensiero, di Giulia, una bambina dalle guance rosse e dagli occhi grandi, che guardano il mondo curiosi. Giulia non ama le bambole, nè le gonne o le calze lunghe, e preferisce giocare con la sua automobilina rossa, che ha voluto a tutti i costi. Si sente molto più a suo agio indossando jeans e maglietta anziché calze lunghe che pungono e gonne che la fanno sentire strana. Quando va in piscina, vorrebbe entrare nello spogliatoio riservato ai maschi, ma Matteo e Viki, i suoi genitori, davvero non capiscono il suo comportamento.

Spesso, quando si guarda allo specchio, Giulia si sente triste, eppure non sa come far comprendere il suo disagio ai genitori. Vorrebbe solo smettere di sentirsi imprigionata nel corpo sbagliatoed essere chiamata Giulio. L’unico a capirla senza porsi il problema di giudicare è il suo cane, Max, che è anche il narratore di questa storia.

La storia di Giulia ha un lieto fine, perché Max è una spalla forte e Viki e Matteo compiono lo sforzo calarsi nei panni della figlia, provando a capire i motivi che la portano verso una scelta così decisa. L’Orango Rosa però sa che questo genere di epilogo non è la regola e si augura che questa storia possa aiutare altri bambini che vivono la stessa situazione.

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