Disperato erotico samp

Racconto di Federico Vergari* ispirato a Disperato erotico stomp di Lucio Dalla

Ti hanno visto bere a una fontana che non ero io.
Ti hanno visto spogliata la mattina, birichina biriccò


Roma-Sampdoria.
Sampdoria-Roma.
È la partita del coast to coast di Totti.
La partita del gol più bello del Capitano.
Sinistro al volo defilato su assist di Cassetti.
È la partita di quel balordo 25 aprile 2010, quando abbiamo lasciato lo scudetto sul prato dell’Olimpico e sui guanti di Storari.
È la partita della mia prima Coppa Italia alzata.
La prima che ricordi almeno.
Ma è pure la mia prima finale di Supercoppa. Persa, chiaramente.
Roma – Sampdoria è stata pure la mia prima partita allo stadio sospesa per maltempo. Ricordo benissimo quella sera, quella pioggia, il rientro a casa, gli alberi caduti sul lungotevere e la mia rassegnazione nell’accettare che sì, pure a Roma succedono ‘ste cose.
Per me la Samp è una specie di pietra miliare.
Ogni volta che l’incontro lungo il mio cammino succede qualcosa, anzi meglio: capisco qualcosa!
O qualcosa accade.
Qualcosa di fondamentale.
Qualcosa che magari un po’, pure se non vuoi, pure se vorresti voltarti e scappare a gambe levate, ti prende e ti cambia.
Roma Sampdoria è per me Disperato erotico stomp di Lucio Dalla. Una canzone che da ragazzino ascoltavo senza capirci un cazzo.
Piena di allusioni e doppi sensi e ogni volta che riuscivo a cogliere una sfumatura, un significato nascosto nel testo, capivo di essere cresciuto un po’.
E poi ancora un altro po’.
Fin quando un giorno, ascoltandola, mi sono reso conto che era tutta chiara.
Limpida come un bicchiere d’acqua.
Come una puttana ottimista e di sinistra.
Come un berlinese che si perde nel centro di Bologna.

Disperato erotico stomp sta alla mia vita di quasi quarantenne come Roma-Sampdoria sta alla mia vita da tifoso.
Ogni volta che cresco un po’, che capisco qualcosa di nuovo me la canticchio nella testa e sorrido.

Penso a delusioni, a grandi imprese, a una thailandese.
Ma l’impresa eccezionale dammi retta è essere normale.


*Giornalista freelance, ha co-fondato Liberementi