Si chiama Tomorrow l’episodio 26 della quarta stagione di Da Costa a Costa, la Newsletter del vicedirettore de Il Post che dal 2015 racconta gli USA e la politica americana. Questo episodio chiude la (lunghissima) quarta stagione e al tempo stesso chiude (almeno per ora) anche questo progetto giornalistico. Ad annunciarlo è proprio Francesco Costa che con l’occasione ha anche annunciato il suo nuovo libro.
Ecco le sue parole
Siamo arrivati alla fine della quarta stagione di Da Costa a Costa: sia la newsletter che il podcast si fermano qui, almeno per un po’. Quindi cominciamo con le comunicazioni di servizio, e poi passiamo alla ciccia. Da Costa a Costa finisce perché dal 2015 questa è la struttura di questo progetto giornalistico, che va avanti a stagioni con pause tra una stagione e l’altra. Un po’ perché mi piacciono le cose che hanno un inizio e una fine, e mi piace avere tempo di ragionare prima di progettare una nuova stagione. Un po’ perché questo è un lavoro che ho sempre svolto nel poco tempo lasciato libero dalla mia professione principale, quella di vicedirettore al Post, e ho bisogno di rallentare: vorrei dirvi che sono andato a dormire o mi sono alzato alle quattro del mattino soltanto due o tre volte al mese, per lavorare a Da Costa a Costa, ma sarebbe una grossa bugia. Non avrei potuto fare questi sacrifici più volentieri di così, sia chiaro. Durante quest’anno la comunità di persone che leggono e ascoltano Da Costa a Costa, e ne rendono possibile l’esistenza con il loro sostegno e il loro interesse, si è allargata moltissimo. Le persone iscritte a questa newsletter erano quindicimila all’inizio dell’anno: oggi sono più di cinquantamila. I miei follower su Instagram sono passati da diciottomila a oltre centotrentamila. Pochi giorni fa il podcast ha superato i due milioni di episodi scaricati o ascoltati in streaming. Insomma, siete diventati tantissimi. Non so dirvi ancora se e quando ci sarà una quinta stagione, ma immagino che ci sarà. In ogni caso, non ci perderemo di vista. Prendendomi qualche rischio, infatti, durante l’estate ho iniziato a scrivere un nuovo libro. È un libro che parte da due premesse, che argomento nel testo. La prima è che il potere non cambia le persone, ma le rivela per quello che sono. La seconda è che c’è qualcosa nelle vite di Joe Biden e Kamala Harris che parla al momento particolare che stanno attraversando gli Stati Uniti. Per questo ho voluto raccontare cosa dobbiamo aspettarci. Cosa li guida. Quali errori hanno fatto. Quali lezioni ne hanno imparato. Soprattutto, quali pezzi della storia americana hanno attraversato. Nel libro racconto del misterioso fortissimo aumento della criminalità avvenuto dopo gli anni Settanta e del funzionamento del sistema sanitario, delle rivolte di Los Angeles del 1992 e della devastante crisi economica del 2008, della campagna elettorale del 2020 e di molto altro.
Il libro si intitola Una storia americana e uscirà il 19 gennaio per Mondadori, ma potete già pre-ordinarlo in libreria o sugli store online.
