Civati lancia L’operazione Jólabókaflóð

Direte: ovvio che un editore proponga di regalare libri e in generale prodotti culturali in occasione del Natale.
Risponderò con gentilezza: ovvio un cazzo.


L’operazione Jólabókaflóð – che sta per inondazione di libri e che rinvia a una tradizione islandese nata nel dopoguerra, quando i soldi erano pochi e le comunità spaventate (vi ricorda qualcosa?) – è per People centrale, tanto che a ogni libro che vendiamo, uno ne regaliamo. A volte pure due. Ed è centrale perché mentre vendiamo i nostri, promuoviamo i libri degli altri (a cominciare dallo splendido Giacomo Papi di “Happydemia”, Feltrinelli, anche per aiutare le piccole case editrici).

Non è un fatto esclusivamente commerciale, anche se i conti devono tornare in un anno che è mancata solo l’invasione di termiti e da parte nostra non c’è alcuna ipocrisia. La ragione è politica, politicissima: tra i più colpiti dalla crisi della pandemia ci sono proprio gli operatori culturali. Chi fa libri, dischi, film, teatro soprattutto. Chi ha perso occasioni pubbliche perché anche quando erano aperte le discoteche pareva impossibile organizzare presentazioni di libri, concertini, spettacoli teatrali.
Seguite, a questo proposito, la battaglia dell’Associazione Unita, che mette insieme tutti questi soggetti, finalmente legati da una battaglia comune.
Oltretutto, sarà un Natale intimo, come ci spiegano i Dpcm che ci provengono direttamente dal Sinai, quindi bisognerebbe fare proprio come gli islandesi, e leggere insieme, la notte della vigilia o il pomeriggio del 25. Pure a Santo Stefano.
Non c’è bisogno di un decreto «Leggi Italia», c’è bisogno di capire che la lettura fa bene e magari porterà anche un po’ di fortuna per un 2021 più felice e consapevole dell’anno che si chiude.
Ah, se potete, visitate una libreria indipendente, di quelle che quasi non ci sono più. Per esempio sono stato da Giufà Libreria Caffe’, ieri, a San Lorenzo, a Roma. Ecco. I supermercati vanno bene per la pasta e le conserve, per i libri ci vogliono le librerie.

Insisto. Volete fare qualcosa di concreto per la cultura in Italia, devastata dalla pandemia? Volete premiare il talento di millemila autori che cercano di sbarcare il lunario più lunatico della storia recente? Volete smetterla con la retorica vuota delle lamentazioni per un paese che non legge?
Ecco, fate come me. Nessuno dei pacchetti qui fotografati contiene un libro di People (quelli al massimo li omaggiamo sul nostro sito). Sono case editrici grandi e piccole, autori emergenti e scrittori affermatissimi, storie per grandi, grandissimi, piccini e pure medi. Non potete volare via, questo Natale? Visitare località esotiche? Nei libri ci sono i Caraibi, le vette più affascinanti, le distese marine da attraversare. Magari tutti insieme, leggendo la stessa cosa, se si è costretti a stare distanti.
Volete fare un tuffo nel passato o ancora meglio – che ce n’è bisogno – nel futuro? Andate in libreria, comprate una carta regalo, allegate bigliettino.
All’iphone settordici preferite Ghiaccio-nove, all’ultimo ritrovato per farvi i selfie in rovesciata, osservate La vita davanti a sé, che non è necessariamente la vostra. Viaggiate con la fantasia e con l’immaginazione, alla ricerca del covo di Long John Silver o facendovi aiutare dal commissario Adamsberg, che spala nuvole e ne sa parecchio.
E leggete gli autori e le autrici (!) italiane, che ci mancava solo la recente polemica sulla loro assenza. Per esempio, Andrea Bajani lo conoscete? No? E allora correte. Non avete mai letto Chiara Valerio? Strano, ma potete rimediare.

Insomma, inondatevi di libri. E di testi teatrali. E di cultura di qualità, che ne è piena il mondo. C’è addirittura Una repubblica dell’immaginazione. Che a ben guardare, forse, è pure meglio della nostra

Fonte: social di Giuseppe Civati