Alfabeto Simenon: storia dello scrittore che credeva di non saper immaginare

di Tiziano Rugi*

Riassumere in ventisei voci, tante quante sono le lettere dell’alfabeto francese, uno scrittore come Georges Simenon, autore di oltre 400 tra romanzi e racconti; morto a 86 anni, vissuti tra Belgio, Francia, Stati Uniti e Svizzera (senza contare i viaggi in barca nei mari del nord e nel Mediterraneo, e poi nelle colonie francesi, in Africa fino ad Tahiti); con due matrimoni alle spalle e due inseparabili e devote amanti, quattro figli, di cui l’unica femmina, Marie-Jo, morta a 25 anni suicida, sembrerebbe un’operazione a dir poco velleitaria.

Perché Simenon, dietro quell’inconfondibile figura, i grandi occhiali sul naso, l’immancabile pipa in bocca e il sorriso sornione, è stato tante persone in una: e chissà se i quasi trenta pseudonimi utilizzati dallo scrittore belga nei primi anni di carriera erano un’inconscia ammissione di molteplicità.

Padre di famiglia affettuoso e uomo dagli insaziabili appetiti sessuali, scrittore di fama internazionale e intruso nell’Olimpo per i “fini letterati”, amante di solitarie passeggiate in campagna e di affollati bar e bordelli cittadini, abitudinario maniacale e forte bevitore, così acuto nel penetrare la psicologia dei personaggi eppure cieco davanti all’inferno nella mente di una figlia troppo adorata.

Se i romanzi di Simenon però hanno accompagnato la tua vita di lettore, tanto da averne assaporato e quasi assimilato le atmosfere, gli odori, i luoghi, i personaggi, l’impossibile diventa piacevole sfida. È il caso di Alberto Schiavone, autore dei testi della graphic novel Alfabeto Simenon, da novembre nelle librerie e nelle fumetterie per Edizioni BD, con disegni di Maurizio Lacavalla.

Dato che è quantomeno arduo costringere in un libro ciò che un’esistenza è stata, meglio raccontarla con delle pennellate, dei frammenti, delle suggestioni. Ogni lettera un momento significativo o una persona, che importa se esistita davvero o solo sulle pagine di carta: per un autore che scriveva un romanzo in quindici giorni in uno stato molto vicino alla trance i due mondi erano in costante comunicazione e niente per Simenon era più reale delle sue creazioni.

Per questo sono sicuro avrebbe apprezzato l’idea di un alfabeto-biografia: perché per lui i nomi erano tutto, come racconta  Bruno Gambarotta nella postfazione. Come fossero caramelle, assaporava il suono delle singole lettere nella sua bocca quando doveva scegliere come chiamare un personaggio. Il primo, indispensabile passo nel processo creativo di Simenon, lo scrittore che non aveva immaginazione, come si autodefiniva con malcelata modestia.

Poi ci sono i temi: originali o ricorrenti, che siano i 75 libri dedicati alla sua invenzione più famosa e di successo, il commissario Maigret, o i 117 «romanzi duri», i più belli, i più ricchi dell’autore belga: il delitto, la colpa, la ferocia delle passioni, senza dubbio. Soprattutto le donne – e il sesso: spesso il vero motore nelle storie di Simenon.

Uomini soggiogati dal fascino femminile: di Sylvie, di Marie, di Elisabeth, di Andrée, donne giovani eppure consapevoli di esercitare un potere oscuro sui destini dei personaggi maschili. E ovviamente Denyse, l’innominabile D. nell’autobiografico Memorie intime. La seconda moglie di Simenon: manipolatrice, incontrollabile, amata, gli avrebbe rovinato la vita.

Uno dei passaggi più belli della graphic novel è dedicato ai momenti iniziali del loro amore,  rielaborati da Simenon nel romanzo Tre camere a Manhattan: a parlare sono esclusivamente i disegni di Lacavalla. Con un tratto asciutto, essenziale, implacabile, come era lo stile di Simenon. Naturalmente in bianco e nero: e non poteva essere diversamente per lo scrittore belga cresciuto nella nebbia e nella pioggia, che credeva di non aver immaginazione e sapeva vedere solo il nero delle anime umane.

* Tiziano Rugi è un giornalista, ha scritto per anni sul quotidiano Il Tirreno. Ha collaborato con La Repubblica, l’agenzia stampa Adnkronos, Il Mucchio Selvaggio e scrive per minima&moralia. Collabora con la casa editrice il Saggiatore. Per Round Robin editrice ha scritto Bergamo anno zero.