Quante volte, soprattutto in questo periodo, la finestra di casa nostra è divenuta il nostro affaccio sul mondo esterno? Molte, purtroppo.
Lo stare per lo più in casa ci ha posto di fronte ad una nuova dimensione dell’ambiente che ci circonda, guardato per lo più attraverso l’infisso, che fa da cornice al mondo di fuori.
Ma se l’idea di osservare al di là delle quattro mura di casa esclusivamente attraverso una finestra può creare un senso di limitazione, ribaltando il concetto, questo può divenire un’opportunità.
Come sarebbe osservare il mondo, e il tempo che scorre, utilizzando sempre lo stesso punto d’osservazione?
L’idea, nata in tempi ben lontani da quelli segnati dal Covid, è stata di Iela Mari, disegnatrice e scrittrice scomparsa nel gennaio del 2014, che nel suo libro L’albero, edito da Babalibri, ha raccontato lo scorrere incessante del tempo, attraverso le mutazioni di colore che le stagioni donano ad una pianta.
Ne è nato, così, un silent book, ovvero un libro senza testo a fronte, nel quale, attraverso le variazioni cromatiche di più tavole, che hanno sempre per protagonista lo stesso albero, si può seguire l’andamento dei dodici mesi.
La storia, se così vogliamo definirla, inizia d’inverno: la natura è silenziosa, e sotto una nevicata, un nido tra i rami di un’albero attende che degli uccelli tornino a trovarvi rifugio. Con il passare delle pagine, l’ambientazione cambia di colore, dai più caldi e luminosi della primavera e dell’estate, fino alle intense tonalità dei rossi autunnali, per tornare nuovamente nelle glaciali colorazioni invernali.
A segnare il ritmo delle stagioni, oltre agli uccelli con il loro moto migratorio, un ghiro si muove lungo tra il tronco e le radici della pianta: dapprima dormiente e al riparo sotto terra, torna ad uscire allo scoperto con l’avvento delle belle giornate.
L’albero di Iela Mari è sicuramente un albo che non deve mancare nella libreria dei più piccoli, soprattutto in questo momento nel quale può diventare la metafora dell’attuale situazione che stiamo vivendo, ed essere utilizzato come strumento per arrivare a far vivere diversamente ai bambini questa quotidianità fatta di lunghe giornate domestiche.