di Paola Turco
Sopravvissuti.
A oltre un mese dall’inizio della scuola noi genitori siamo S O P R A V V I S S U T I.
E no, non al Covid.
Ma alla CHAT GENITORI al tempo del Covid.
Sorvolo sull’utilizzo che ne fanno alcuni, volto a identificare improbabili untori (e te ne rendi conto perché le mamme degli assenti non chiedono più in chat con nonchalance cosa è stato fatto in classe quando i figli sono mancati). Ormai, infatti, basta un giorno di assenza per naso colante che vieni inondato da messaggi privati da parte di gente che probabilmente prima di adesso non sapeva nemmeno che suo figlio fosse in classe col tuo.
“Come sta Figlio 1?!! Filippo mi ha detto che era assente oggi: tutto bene?”
“Ho visto che oggi non c’eri all’uscita: tutto ok????”
Dove i segni di interpunzione sono direttamente proporzionali al livello di ANSIA.
Ammetto che un messaggio del genere l’ho mandato anche io, un giorno. Ma solo perché mi ha costretta Figlio 2: “Mamma, io DEVO sapere come sta la mia fidanzata!” Al cuor non si comanda, si sa.
Sorvolando su questo aspetto, la chat genitori al tempo del Covid, se intesa in maniera utile, è quello strumento indispensabile e fondamentale grazie al quale puoi avere accesso ad informazioni preziosissime: cosa portare a scuola, quando portarlo e per quale maestra.
Ma cosa succede se la classe viene smembrata per favorire il famoso distanziamento? Cosa succede se una chat si fa, letteralmente, in quattro?
A Scuola 1, infatti, la quarta elementare di mio figlio è stata divisa in due: AB (con bambini provenienti da A, oltre che da B) e B.
Di cosa significhi questo vi do una rapida diapositiva.
“Scusate, domani in B chi c’è?”
“Italiano vuole il libro di scrittura”
“No, quello lo vuole quella di Italiano di AB, non di B”
“Ma perché, domani in AB hanno Italiano?????”
L’interpunzione è assolutamente voluta e per nulla casuale.
E quando tu sei lì che cerchi di capire se tuo figlio è in B o in AB, o se sia stato graziato per buona condotta e promosso all’università, ci pensano le maestre a semplificarti (?) la vita, scrivendo sul Registro Elettronico – altro imprescindibile mezzo di sopravvivenza per il genitore alle prese con la primaria, ancor più in tempi di Covid – i compiti per la sezione E. Non B. Non AB. E.
“Ed E, adesso, da dove salta fuori?!??”
L’interpunzione è, ancora, assolutamente voluta e per nulla casuale.
E allora succede che a far compagnia alla chat ufficiale di B (quella in cui scrivono SOLO le maestre di B) e alla chat genitori di B si sono materializzate sul mio smartphone la chat ufficiale di AB e quella genitori di AB. Per una sezione e mezza, dunque, 4 chat.
E ahimè non è finita qui.
Mentre tu sei lì che cerchi di capire se AB ed E siano la stessa entità, mentre le maestre si semplificano la loro vita annunciando che comunicheranno solo con la rappresentante di classe, mentre continuano le domande random tipo “Ma geografia è per E o per AB??” senza capire che E ed AB sono la stessa cosa, arriva lei a semplificarci la vita: la Dirigente 1.
“Cari genitori, non c’è motivo di preoccuparsi. I rappresentanti delle sezioni avranno con me un filo diretto”.
Delle sezioni. S E Z I O N I.
AB, detta E, è un GRUPPO. In altre parole, una sezione di fatto ma non di diritto. E in quanto tale non ha, né può avere, un suo rappresentante. E dunque i bambini provenienti da B potranno interfacciarsi col rappresentante di B, quelli di A col rappresentante di A.
E se questo potrebbe a prima vista sembrare innocuo, basta fare due chiacchiere con la rappresentante di B, che fortunatamente ha la figlia in E, alle prese con la gestione di un fondo cassa per la sezione B e per la sezione AB (E), ma solo per i bambini di B, rendicontando ai genitori di A le spese sostenute per le fotocopie richieste dalla maestra comune ad AB e B ma non ad A, che detiene il fondo cassa per i bambini di A e per quelli di A che stanno in E. Perché, nemmeno a dirlo, anche le docenti assegnate non sono le stesse.
Sopravvissuti, l’ho detto. È questo che siamo.