Figlio1, Figlio2 e le attività extra-scolastiche: Un racconto

di Paola Turco

“Mammaaaaaa”
“Eh”
“Mi è caduta la mascherinaaaaaa”
Brivido dietro la schiena.

“Come fa a caderti la mascherina, Figlio 2?!?!?”
“Perché si appannano gli occhiali anche se la metto sotto, allora ho tolto gli occhiali e mi è caduta (certo che ti è caduta, perché te l’avevo incastrata nelle asticelle). Però è stata poco ed è caduta dalla parte azzurra. Vale la regola dei cinque secondi?”
E che ne so? Varrà?
Mentre Figlio 2 decide che sì, vale, e fa a botte con mascherina e occhiali, il mio telefono inizia a vibrare forsennato.

Sono appena le 8 e la chat di capoeira esce dal lockdown senza preavviso.
Non faccio in tempo a leggere i giorni, gli orari, il protocollo – sì, sempre lui, anche qui – quando realizzo che in contemporanea esce dal suo lockdown anche la chat di Inglese.
E DI ENTRAMBI I FIGLI.
Mentre Figlio 1 entra a Scuola 1 e faccio dietrofront con Figlio 2, realizzo con terrore che:
Figlio 1 ha Inglese il lunedì dalle 17 alle 19. Proprio quando Figlio 2 ha capoeira, ma dalle 17 alle 18. Figlio 2, di contro, Inglese ce l’ha il mercoledì, dalle 17 alle 18 e, a seguire, viene catapultato a capoeira, dalle 18 alle 19, quando nel frattempo Figlio 1 sarà portato a calcio e ripreso alle 19,30, dopo aver raccattato Figlio 2.
In fondo è concentrato tutto nei primi giorni della settimana.
Ce la posso fare.

Mentre mi intestardisco a far entrare la mia familiare dentro un posto per una Smart nonostante le timide constatazioni di Figlio 2 “Mamma, mi sa che non ci entra”, cerco di non soccombere al Tetris. Afferro lo smartphone mentre vedo che Figlio 2 è entrato e chiedo l’aiuto da casa:
“Marito”
“Eh”
“Dobbiamo parlare”.

Ed è così che la sera mentre faccio mente locale su cosa preparare tenendo conto che Figlio 1 e Figlio 2 hanno anche un Menu 1 e Menu 2 (e che quindi, va da sé, quando uno mangia pesce, l’altro mangia carne e dunque non mi resta che buttarmi sulle uova che magari Marito avrà mangiato a mensa…), vedo Marito armato di bloc notes e penna pronto a prendere appunti.
“Marito, segna: il lunedì Figlio 1 torna con la mamma di L, tu devi solo prendere Figlio 2, che finisce Capoeira alle 18”
“Mmm…”
“Ma non questo lunedì. Questo lunedì L non c’è, quindi devi andare tu a prendere sia Figlio 1 che Figlio 2”
Si ferma, mi guarda: “Una cosa per volta”.
Giusto, lui è un papà. Poche cose e chiare.
“Il mercoledì porto Figlio 2 a Inglese, poi lo portano loro a capoeira, al piano di sotto. Nel frattempo porto Figlio 1 a calcio alle 18. Tu devi a prendere Figlio 2 a capoeira alle 19 e Figlio 1 a calcio alle 19.30”
Solleva lo sguardo dal bloc notes e mi guarda in trance.

La notte non dormo. È tutta un incastro, tutta una tabellina. E mentre cerco di consolarmi pensando che se arrivo al giovedì ancora viva e covid free avrò svoltato, realizzo di essere rea di aver dato poco peso all’avviso della maestra di Figlio 1 sulla chat delle “comunicazioni” – quella in cui, per inteso, scrivono solo le maestre, quella in cui non è permesso ringraziare, salutare, chiedere, domandare, respirare, perché tanto, se lo fai, ti viene inflitta la pena peggiore: il SILENZIO.

L’avviso contiene lo screenshot di un file con una serie di nomi.
La C1 (che non è una macchina, ma semplicemente uno dei due gruppi in cui è divisa la sezione di Figlio 1 in epoca Covid) domani ha questi maestri, la C2 questi altri. L’uscita, nemmeno a dirlo, ancora inesorabilmente alle 13. E no, non sono scempiagginih. Poi, sotto lo screenshot, la maestra precisa:
“C1 domani porta libro di grammatica vecchio e quaderno nuovo.
C2 porta libro di storia nuovo e libro di inglese vecchio.”
E poi, la specifica per il giorno dopo:
“C1 porta quaderno di matematica, quaderno di verifiche e libro delle discipline vecchio.
C2 porta geografia, libro e quaderno nuovo”.

E mentre sono lì che penso che non mi comprerò mai né una C1 né una C2, così, per sfregio (e penso che in effetti Sorella guida proprio una C1), mentre spero ardentemente che Figlio 1 abbia messo “per sicurezza” (come dice lui) tutto lo scibile dentro al suo zaino, suona la sveglia.