Letture Sportive: “Un secolo azzurro” di Alfio Caruso

Il 15 maggio 1910 è una domenica. A Milano il cielo è bigio. Il più emozionato di tutti è forse Umberto Meazza. Passeggia lungo i Navigli prima di salire sul tram elettrico, lui che ricorda benissimo l’ultimo tram a cavalli. Compie l’intero percorso del centro: via San Vittore, piazza Sant’Ambrogio, via Sant’Agnese, corso Magenta, via San Giovanni sul Muro, via Dante, via Mercanti. Poi prosegue a piedi fino ai portici dietro piazza Duomo. Qui ci sono le sale del ristorante Orologio. In mezzo ai camerieri intenti a preparare i tavoli per il pranzo domenicale, Umberto si ritaglia un cantuccio per sfogliare il Corriere della Sera. L’apertura del giornale è dedicata alla riforma della tassa sugli affari. Di spalla campeggiano le dichiarazioni del governo Luzzatti sugli scontri fra operai e reali carabinieri in Romagna. Meazza scorre frettolosamente le pagine, si sofferma appena sugli ultimi echi della successione di Giorgio V a Edoardo VII sopra il trono imperiale britannico; sulla rievocazione della battaglia di Calatafimi a firma di Alessandro Luzio, è il cinquantenario dei Mille; sulla suora francese decorata con la Legion d’Onore, ma denunciata per truffa da un gioielliere parigino in Avenue de l’Opéra: gli aveva sottratto preziosi del valore di 580 mila lire (poco più di 2 milioni di euro). Finalmente in fondo al giornale Meazza trova l’articolo che cercava: due mezze colonne a centro pagina. Sotto l’occhiellino Football, il titolo recita: «Italia contro Francia – L’incontro delle due squadre nazionali a Milano».

Inizia così Un secolo azzurro – Cent’anni di Italia raccontati dalla nazionale di calcio, il libro di Alfio Caruso, edito da Longanesi.

E inizia così anche la storia della Nazionale azzurra, che proprio oggi, 15 maggio, compie centodieci anni: il primo appuntamento ufficiale, infatti, fu in questo stesso giorno del 1910, quando all’Arena Civica di Milano, superò la Francia con il risultato di 6-2.

Milano, 15 Maggio 1910 – La formazione italiana

Più di un secolo di storia, nel quale quella maglia è diventata non solo il simbolo di una nazione, ma anche la più fervida aspirazione di ogni bambino e ragazzo, che in tutti questi anni ha calciato un pallone, per strada, in un campo di pozzolana, o dovunque ci fosse la possibilità di rimbalzare e di corrervi dietro.

Una storia, quella di Un secolo azzurro, che non racconta soltanto le vicende legate alla rappresentativa italiana, ma narra la Storia, quella con la S maiuscola, che ha segnato buona parte del ‘900 del nostro Paese: si va da Edoardo Agnelli che nel 1925 spiega a Mussolini come l’apertura del campionato di calcio alla partecipazione dei figli degli espatriati in America possa costituire un primo passo verso la futura espansione politica, aprendo così le porte all’epopea degli oriundi; si passa per la sconfitta per 3-0 contro l’Ungheria del 17 maggio 1953, utilizzata dal Partito Comunista Italiano, guidato dall’allora segretario Palmiro Togliatti, per magnificare, in vista delle elezioni, la superiorità della società comunista su quella occidentale; fino agli intrighi della P2, scesi in campo per assicurare i diritti per la trasmissione del Mundialito in Uruguay alle televisioni di Berlusconi, con l’ascesa politica di quest’ultimo favorita dai successi ottenuti dal suo Milan.

Perché, se il calcio è una passione così fortemente radicata in Italia, la storia della Nazionale non può che essere la giusta occasione per raccontare cent’anni di eventi, grazie a quell’inestricabile intreccio che ha legato il pallone alla realtà politica, sociale e culturale italiana.

Un libro che si legge agilmente, come un romanzo, nonostante il volume sfiori le seicento pagine, dove i moltissimi aneddoti, per lo più sconosciuti, sono l’anello di congiunzione tra calcio e società, tra pallone e paese, tra storie e Storia.

Sempre con lo sfondo azzurro, che ha unito un paese negli ultimi centodieci anni.