La Repubblica del Selfie – Dalla meglio gioventù a Matteo Renzi di Marco Damilano

La Repubblica del Selfie – Dalla meglio gioventù a Matteo Renzi, il libro di Marco Damilano, direttore de L’espresso, è stato pubblicato nel 2015 da Rizzoli ed è ancora incredibilmente attuale.

La sensazione che potreste provare immediatamente, anche sfogliando casualmente le prime pagine di questo libro è quella di trovarvi davanti a una lunga, anzi lunghissima, foto panoramica. Una fotografia che oltre a scorrere nello spazio riesce però a muoversi anche nel tempo.

Quella ritratta nell’opera di Damilano è l’immagine di un’Italia che rinasce dalle ceneri e da sotto le macerie lasciate dalla seconda guerra mondiale.
Ceneri e macerie sotto le quali è stata creata la così detta Costituzione più bella del mondo.
Da quel preciso momento in poi il libro che stiamo sfogliando oggi prova a ritrarre ogni significativo cambiamento della storia politica repubblicana.
Da allora fino a oggi.

Quella che abbiamo tra le mani è quindi una foto lunga settant’anni. Scattata e raccontata con sapiente maestria narrativa che l’autore mette in campo e che con poche parole ci sintetizza così:
“C’è stata la repubblica della rappresentanza, poi è arrivata la repubblica fondata sulla rappresentazione e quella che sta nascendo ora è la repubblica dell’autorappresentazione. Una selfie repubblica.”

Quello di oggi è un libro che non mancherà di regalarvi, mentre lo leggerete, piccoli e grandi spezzoni della vita politica italiana dagli anni settanta a oggi, da quando cioè la cosa pubblica è iniziata a essere mediata. Da quando la
la televisione e i quotidiani hanno sempre più iniziato a lasciar da parte l’agenda per dedicarsi ai contorni.

Oggi riderete nel leggere un passaggio in cui si descrivono le rimostranze del partito comunista all’introduzione della Televisione a colori e vi incuriosiranno le parole di Fanfani che nel cercare di spostare il voto sulla questione del divorzio recita un discorso che oggi sarebbe per certi versi tanto attuale quanto fuori luogo. E pensate che all’epoca lo pronunciò un segretario di partito, già primo ministro e candidato al Quirinale:
Oggi i vostri mariti dopo una scappatella tornano a casa, domani chissà. Volete il divorzio? Allora dovete sapere che poi verrà l’aborto. E dopo ancora il matrimonio tra omosessuali. Diventeremo tutti scimuniti dello stesso sesso. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva.

Pagina dopo pagina scoprirete quanto sia cambiata l’Italia. E a quale sorprendente velocità!

Oggi le parole di Fanfani non solo non sarebbero accettate, ma farebbero il giro del mondo in pochissimi clic; e tutto questo accadeva soltanto quaranta anni fa. La nuova politica, quella che in un suo saggio, Edoardo Novelli definì la Turbopolitica è la stessa che oggi Damilano chiama dell’autorappresentanza. La politica corre di pari passo alle nuove tecnologie, viaggia e sembra sfuggirci di mano.

Ne La Repubblica del selfie Marco Damilano scava con attenzione e dovizia di particolari nella politica contemporanea, ponendo la giusta attenzione su quei personaggi o quegli eventi caduti magari nel dimenticatoio collettivo e riportandoli alla vostra attenzione, regalandovi pensieri e teorie capaci di comporre nella mente del lettore-cittadino e non dimentichiamolo elettore, un vivido spaccato della nostra Repubblica. Dalla sua fondazione alle dirette social ricche di hashtag di Matteo Renzi.
L’autore, con sapiente uso della penna racconta, fatti, accadimenti e dati. Vi basti saltare subito alle ultime pagine e leggere divertiti l’indice dei nomi per scoprire, ad esempio, cosa ci fanno Pelè, Elvis e Andreotti non solo in uno stesso libro ma in appena 286 pagine.

Il volume, come è facilmente intuibile non ha una vera e propria conclusione, e l’autore è bravo a lasciare aperti spiragli e possibili interpretazioni di futuri scenari politici italiani e non solo, conferendo al titolo in questo modo anche un valore sociologico e tecnologico, oltre che naturalmente politico.