Serata lenta e più brutta rispetto alla precedente. (Mi) Convincono poche canzoni, continuo a non capire Madame, ma è davvero un mio limite. Benissimo la Fagnani, bello il suo monologo e l’implicita critica al governo (almeno per le politiche scolastiche). Angelo Duro dimostra che la scelta dei comici è sempre delicatissima al Festival perché devi pensare a chi ride a casa ma anche a chi NON ride all’Ariston e il risultato è spesso pessimo. Oggi si parlerà molto di Fedez. Da un punto di vista tecnico e di scrittura il suo freestyle è terra terra, ma come i Ferragnez insegnano è il contorno che fa la differenza. E quel contorno oggi terrà banco. Mia opinione iper sintetica: serve rappare il dissenso? Avoglia! Serve strappare la foto di un viceministro? No. Il saluto a Vialli si poteva fare meglio? Decisamente. Il passaggio su Codacons? Bellissimo.
Al Bano, Morandi e Ranieri sono i veri mattatori della serata. Cantano live (Fedez ad esempio non lo ha fatto) e non usano gli auricolari. Roba che Blanco quando ha visto l’esibizione è sceso per cercare un chiosco di rose nel suo quartiere e dargli fuoco.
Le canzoni
Will. Emozionatissimo. Sembra un Blanco che aiuta le signore con le buste della spesa al parcheggio dell’Esselunga. Orecchiabile e dimenticabile al tempo stesso. Voto: 5
Modà. La domanda che mi pongo per i tre minuti di esibizione è alla fine solo una: Perché loro sì e i Jalisse no? Voto: 6 ma che noia…
Sethu. Non infierisco perché ci ha pensato la classifica generale, ma immaginatevi Ultimo e Pete Doherty che fanno un figlio. è Lui. Un po’ di rock non guasta ma niente di che. Voto: 6-
Articolo31. Finalmente arrivano sul palco gli anni novanta che stavamo aspettando. Ma poi: flop. Bello comunque aspettarli e sperarci. Voto: 5
Lazza. Confesso che a me non piace, ma capisco se la gente lo segue e se ha successo. Passo tutto il tempo a pensare a come reagirei se un giorno mio figlio tornasse a casa con un tatuaggio sulla tempia. Voto: 5,5
Giorgia. Ma che gli vuoi dire? Ha fatto una carriera talmente immensa che arriva sul palco con la sola voglia di goderselo. Senza stress e paranoie. Arriverà sul podio e vincerà la serata cover. Fate uno screenshot perché ho ragione. Voto: 7+.
Colapesce e Dimartino. Tutti d’accordo se diciamo che sono i Righeira dei Millenials? Io andrei in brodo di giuggiole per un complimento del genere. Canzone più bella della serata. Voto: 7,5.
Shari. Rischia tre volte di cadere dalle scale. La canzone non è il massimo, ma che voce che ha! Inspiegabilmente penultima. In sala stampa si devono essere addormentati, mentre cantava lei. Voto: 7
Madame. Non mi piace, non mi convince, mi sembra perennemente sopravvalutata. Giovanissima, merita tempo e io all’età sua stavo a giocare a Pc Calcio, quindi sto zitto e aspetto di cambiare idea. Voto: per adesso 5.
Levante. Il tema è importante e attualissimo. Non ho memoria di canzoni che raccontino la donna dopo il parto. Per me è un grande sì. Voto: 7-
Tananai. Fa all-in e porta un pezzo molto sanremese e molto retrò. La versione studio rende molto di più. I voti però li diamo al live e quindi… Voto: 6
Rosa Chemical. Un Malgioglio nato 40 anni dopo. Divertente! Voto: 6
LDA: l’ho sacrificato per andarmi a lavare i denti e a mettermi il pigiama. Mi sono perso un capolavoro? Ditemelo voi. Voto: SV
Paola e Chiara. L’altro pezzo di anni novanta che aspettavamo. Non deludono, ma nemmeno decollano. Niente, devo prendere atto che tocca crescere e guardare avanti. Vado a dormire con questo amaro pensiero. Voto: 6+