Si parla molto in questi giorni della vicenda di Disperatamente Mamma, l’influencer con un grandissimo seguito che – si è scoperto – ha fondato il suo impero social su una marea di menzogne. Confesso che io non conoscevo il fenomeno (inteso come evento meritevole di osservazione dall’esterno) e quindi questa fenomena di Julia (inteso come goffo genio del male ) ve la spiego suggerendovi un ottimo articolo de Linkiesta.
Quello su cui io invece vorrei soffermarmi è altro. Disperatamente Mamma ha 642 mila follower solo su Instagram ed ha all’attivo cinque libri pubblicati con Mondadori tra il 2018 e il 2022. Nulla di male, ci mancherebbe. Ma cosa succede se l’autrice bestseller (come sta scritto nelle fascette che avvolgono i suoi lavori) che scrive libri autobiografici catalogabili tra il self help e il motivazionale si scopre che ha raccontato una marea di fregnacce?
Il sistema culturale di questo Paese dovrebbe interrogarsi sul perché gli editori oggigiorno puntino sempre di più non sulle storie, ma sul seguito social che certi personaggi hanno. E così ecco salire alla ribalta autori e autrici influencer che nulla hanno a che fare con il mondo della scrittura e dell’editoria. Giulia De Lellis che al Grande Fratello Vip dice di non aver mai letto un libro, ma poi esce dalla casa e ne scrive uno è forse il caso più lampante.
Tornando alla nostra Disperatamente Mamma, intendiamoci: nulla contro Mondadori che secondo me in questo caso è pure parte lesa, ma il punto resta sempre lo stesso: come ci siamo avvicinati a questa persona? Quale è stata la bussola a guidare l’editore se non l’enorme cifra di follower a disposizione?
Per capirci meglio: un libro che vende bene in Italia sta sulle 5.000 copie. Ora un’influencer con oltre mezzo milione di fan è probabile che possa garantire una cifra molto (ma molto) più alta di queste. Ma ai contenuti chi ci pensa? E al controllo delle fonti? Perché dare per scontato che una ragazza che racconta la sua vita di mamma che si è fatta da sola stia dicendo sempre e per forza la verità?
Se questo è il nuovo modus operandi – quando ci va bene – rischiamo di trovarci in libreria scaffali sempre più gonfi di istant book pieni di storielle confezionate ad arte pubblicate solo perché l’autore riesce a garantire un cospicuo numero di copie. Ma allora viene da chiedersi che differenza ci sia con la tanto vituperata editoria a pagamento dove si chiede all’autore di garantire un numero minimo di copie comprate. Sempre di editori che guadagnano parliamo, solo che da una parte lucrano con i sogni nel cassetto di chi vuole per forza pubblicare e dall’altra ci vendono le vite di giovani e belli influencer, facendoci desiderare le loro vite piene di cuori sui social, l’hashtag giusto, milioni di follower e pure successo in libreria. Quello che alla fine però nessuno ci dice è che restiamo sempre il solito popolo di santi navigatori, poeti e adesso pure influencer scrittori.
Immagine di copertina: dal web https://www.ilsussidiario.net/news/disperatamente-mamma-bufera-su-julia-elle-accusa-ex-ma-follower-scoprono-bugie/2436716/