Inizio dalla fine e vi dico subito che sì: a me Boris 4 è piaciuto e parecchio. E ora se non avete fretta vi spiego perché.
Sono due le chiavi di lettura che ho scovato dentro le otto puntate disponibili da qualche giorno su Disney+. La prima riguarda la crescita della serie: Boris 4 è una serie più adulta rispetto alle prime tre più attente alla battuta e al tormentone che alla grammatica della serialità, ma era anche questo il suo bello. Boris 4 invece ha un inizio, uno svolgimento con tanto di colpo di scena finale e una conclusione. Si ride forse un po’ di meno, ma si ride meglio. Un po’ come quando si invecchia e allora decidi che è meglio un bicchiere buono di una bottiglia media. Con questo non voglio dire che le prime tre stagioni di Boris fossero nella media (restano la cosa più bella mai prodotta dalla Tv italiana negli anni duemila), ma semplicemente la comicità è cresciuta insieme ai suoi fan. Boris 4 non è una risata esplosiva, ma piuttosto è la continuazione di una risata rimasta in sospeso per anni.
Ecco un difetto ce l’ha forse Boris. Chi vede solo la quarta stagione non la capirà appieno e non se ne innamorerà come chi l’ha vista nel periodo in cui doveva essere vista, quando era venduta su Sky come la fuoriserie italiana. Chissà poi che significava quella pubblicità.
E poi c’è la seconda lettura. Quella più sentimentale e dolorosa. Boris 4 è una lunga lettera d’addio di Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo al loro amico e collega Mattia Torre.
I due autori-registi si sono superati e nel prodotto finale che ci propongono non c’è una parola di troppo, non c’è un tempo inutile, non c’è un silenzio in più di quelli che ci dovrebbero essere. Sembra una ricetta alchemica pesata al grammo. Un ricetta che non trasforma la merda in oro (semi citazione), ma che forse buca lo spazio e il tempo e riesce persino a far sorridere il loro amico che da quell’inferno pieno di quarte stagioni in cui si trova adesso, non li molla un attimo.
Mi sono chiesto in questi giorni perché Boris abbia fatto breccia nei cuori di tanti di noi. Per la comicità? Sicuramente. Per aver rotto gli schemi della televisione italiana? Avoglia! Ma non è per questo. Boris piace perché ti sbatte in faccia la realtà nuda e cruda. Ti ricorda che là fuori c’è un mondo di merda e che per affrontarlo devi saper ridere di tutto e tutti. A partire a te stesso.

Goditela questa infelicità Biascica! La felicità fa andare più veloce il tempo, la felicità ti avvicina alla morte. Bisogna usarla con cautela. Goditi la tua infelicità, lentamente.