Come capisci che i tempi sono cambiati?
Di solito quando chi una volta contestavi inizia a farti tenerezza. Io Berlusconi non l’ho mai visto come il male assoluto, ma come il vertice di un nuovo modo di intendere la politica italiana che non mi è mai piaciuto. Vederlo votare per il Presidente del Senato tenendosi a stento in piedi e osservarlo mentre racconta la storia del padre nobile di questo governo, quando è chiaro che non gli faranno fare nemmeno lo zio emigrato in Australia negli anni Sessanta, fa solo tanta tenerezza.
Su La Russa e Fontana. Poco da dire: il primo è molto, ma molto meno pericoloso di quanto lo si stia raccontando in questi giorni. Sul secondo invece qualche dubbio
Ce l’ho.
In questi giorni un caro amico è bravissimo giornalista si è ritrovato estromesso dal suo account Twitter e Gmail. La cosa mi spaventa sempre di più. Non tanto per i contenuti ma per il senso di impotenza e di abbandono. Non mi vergogno nel dire che ci tengo ai miei profili social. Li ritengo un luogo che ci serva ricordi, idee ed esperimenti. Delle macchine del tempo che un giorno useremo per ricordarci come eravamo. È quello della loro sicurezza è un tema che prima o poi dovremo affrontare.
Su Gente di questa settimana c’è una mia intervista a Barbara Alberti. Una chiacchierata bellissima e mi ritengo fortunato per averla potuta fare. Mi ha fatto sorridere la franchezza con cui ha risposto a una delle prime domande: Lei ha dato consigli d’amore per 35 anni. Ma poi lo seguiva?
Risposta: MAI!
È morta la signora in giallo. Su di lei (in realtà non proprio su di lei) avevo scritto una cosa molto divertente in un racconto e non è mai uscita… spero possa accadere presto. Per ora voglio solo portare la vostra attenzione sulla perfezione del titolo originale della serie: Murder, she wrote.