Dubi in certezze: la meccanica del cuore

Edimburgo, la notte più fredda del mondo. Il tempo rotola all’indietro fino al 1874. Il piccolo Jack si affaccia alla vita con il cuore completamente congelato, che viene subito fornito di una protesi per salvarlo. A supportare quel cuore maldestro e subito abbandonato da chi lo ha messo al mondo, un orologio a cucù che va ricaricato ogni mattina con una chiave, e che richiede accorgimenti particolari per poterne garantire il funzionamento regolare:

Uno, non toccare le lancette.

Due, domina la rabbia.

Tre, non innamorarti, mai e poi mai.

Altrimenti, nell’orologio del tuo cuore, la grande lancetta delle ore ti trafiggerà per sempre la pelle, le tue ossa si frantumeranno, e la meccanica del cuore andrà di nuovo in pezzi.

Ma come si fa a far fagotto delle emozioni e buttarle lì, in qualche cantuccio all’ombra, ben lontano dagli ingranaggi, sia mai si decidano di mandarli in frantumi. Come si fa?

Lund, Svezia. Il tempo ritorna a ticchettare nel mio secolo, manca poco al 2021, è la vigilia di Natale. Comodamente rannicchiata nel angolo del mio divano, osservo la neve cadere lenta sulla città. Il mio auto-regalo è giunto qualche giorno fa, con un pacco di sei chili e ottocento di libri. Un lettore sa quanto la scelta della prossima lettura sia ardua, quanto quella scelta deve in qualche modo rispecchiare una moltitudine di parametri, per non parlare delle emozioni coinvolte.

Sporge dalla pila come un invito questo libricino, nel tentativo di farsi notare non si rende conto che mette a repentaglio l’equilibrio della torre di volumi impilati sopra di lui. Incurante della sorte degli altri personaggi vuole farsi leggere a costo di farli precipitare. La copertina dai colori caldi mi ricorda il crepitio di un camino accesso, e la danza dei due protagonisti sul frontespizio mi fa scorrere la passionalità di un flamenco nelle vene.

E mi domando: quanto complessa è la meccanica del cuore e davvero bastano poche regole e una chiave per far si che funzioni?

É davvero così semplice?

Ma quando mai siamo fuggiti dall’amore? E quelle emozioni che sbottano come incendi? Come si fa ad arginare un’emozione? Ed è evitandole tutte che salvaguardiamo la meccanica? E ancora: per oliare quegli ingranaggi così complessi ci potrà mai essere qualcosa di più adatto dell’amore?

Neppure se cresci con un cucù nel petto e quotidiane raccomandazioni di sopravvivenza puoi sfuggire a quella sensazione che ti colpisce quando incontri quel qualcuno o qualcosa che il tempo lo sa fermare, perché si sa, quando le emozioni imperversano, il tempo che a noi piace tanto scandire, non esiste più, e se il tempo non esiste, un orologio non può avere nessuna utilità. Jack lo sa bene, perché dal momento che incontra Miss Acacia ogni pensiero è per lei, ogni energia viene spesa nella sua ricerca. Un tripudio di emozioni che non solo lo porterà a inseguire le sue tracce ma che metterà a dura prova la meccanica del cuore, perché la vita merita l’imprudenza, come amabilmente cerca di spiegargli l’orologiaio-mago, Georges Méliès, altro affascinante personaggio di questa favola un pò amara.

Le pagine di questa storia letta a pochi ticchettii dal Natale racchiude più di un messaggio, più di una morale. Il protagonista si schianterà con forza sui muri che spesso si ergono sui nostri cammini e che frequentemente l’amore porta con se: l’incomprensione, la distanza, il dolore e la gelosia, il vuoto e l’abbandono. Ne fa talmente indigestione da mandare in frantumi il suo orologio, per poi scoprire che crescere non è facile come neppure fare i conti con quello che si scopre di se stessi, delle cose che nascondiamo e poi quelle a cui finiamo per credere.

Lasciando entrare quello da cui è impossibile difenderci né tantomeno essere salvati, scopriamo che le corazze a supporto o a difesa dei soffici tessuti del cuore non servono a nulla, e che crescere significa anche cercare e trovare la propria strada, imparando come sopravvivere e curare le ferite del passato, esporre il cuore, eliminando un ticchettio controllato, rimpiazzandolo con battiti che non hanno nulla di meccanico, dove l’unica alimentazione consiste nel carburante delle emozioni.

Una storia avvincente, dai confini fragili, dalle emozioni potenti e da sorprendenti meccaniche sentimentali

Dagli ingranaggi del cuore di Little Jack, al magnetico fascino di Miss Acacia passando per lo spaventoso rivale Joe fino a giungere a quei ticchettii universali ma così misteriosi che sono le emozioni umane

Una lettura struggente, degna di un’ambientazione alla Tim Burton…l’eco dei rintocchi di questa storia magistralmente raccontata sopravviverà imperterrita alla signoria del tempo.

La mente umana non è fatta per capire linfinito, come non è fatta per capire lamore”.

Giuseppe Tornatore