L’11 luglio del 1982 in Italia c’era un’ondata di caldo anomalo. Il Po’ era ai minimi storici a causa della siccità e nel Paese si respirava in lungo e in largo la voglia di tornare alla normalità, dopo un periodo segnato da terrore e fatica. Come spesso accade è lo sport a dare il via ai cambiamenti più potenti e quella sera, quell’11 luglio del 1982 l’Italia contro ogni pronostico era arrivata a giocarsi la coppa del mondo contro la Germania dell’ovest. Nessuno credeva all’Italia finalisti al Mundial 82, nemmeno Claudio e sua madre che si ritrovano su un treno partito da Milano e diretto verso la Sicilia, dove trascorreranno un bel pezzo di estate. Quel treno che taglia a metà un intero Paese diventa così una finestra mobile che si affaccia sull’Italia e man mano che si muove incrocia sguardi, vite e storie di chi dietro a quel trionfo vedeva anche un altro tipo di vittoria. Qualcuno ha detto che la notte dell’11 luglio in Italia finirono gli anni di Piombo. Qualcosa era cambiato. C’era voglia di prendersi il mondo e gli anni Ottanta erano appena iniziati. Succedeva quaranta anni fa e un poco vorremmo che un briciolo di quella magia così perfettamente disegnata da Castaldi arrivasse fino a qui.
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