Ho fatto scrivere un pezzo sullo “Strega” all’Intelligenza artificiale ed è pieno di fake news!

Ho giocato con l’intelligenza artificiale. Dopo averlo letto sulla newsletter del sempre ottimo Francesco Oggiano non ho resistito e sono andato anche io a giocare con copy.ai, un sito (gratuito e a pagmento) che ci permette (anche in lingua italiana) di dare all’intelligenza artificiale degli input e un titolo e chiederle di tirarci fuori in meno di un minuto un articolo di senso compiuto.

Sul senso compiuto non ci piove, ma sul contenuto a oggi c’è qualcosa da dire.

Ho chiesto all’intelligenza artificiale di scrivere un articolo dal titolo “L’importanza del premio Strega nella letteratura italiana del nuovo millennio” e questo è il risultato che ho ottenuto. Un articolo di media lunghezza, scritto con un tono di voce (che possiamo scegliere noi) professionale e pieno zeppo di inesattezze.


In attesa di scoprire chi stapperà la bottiglia di liquore più desiderata della letteratura italiana (appuntamento a Roma il 7 luglio) vi lascio con questo articolo ma prima tra le tante cose che leggerete mi preme ricordarvi che:
Camilleri non ha mai vinto lo Strega.
Testori non ha mai vinto lo Strega.

Lo Strega non fu creato da Buzzati e Gadda.
Le frasi attribuite ad Eco non sono confermabili (io almeno non ho trovato fonti).


E potrei andare avanti… insomma per adesso IA bocciata! Per adesso…
BUONA LETTURA


Il Premio Strega, uno dei più prestigiosi premi letterari italiani, viene assegnato dal 1947. Ogni anno cinque libri concorrono al Premio Strega, assegnato da una giuria di lettori. Il premio viene assegnato in tre categorie: romanzo (per la narrativa), poesia e saggistica (per la saggistica). Il vincitore riceve 100.000 euro e vendite garantite; gli altri finalisti ricevono 10.000 euro ciascuno. Vincere il premio significa inevitabilmente vendere libri perché tutti vogliono leggere il romanzo vincitore; spesso diventa un best-seller con migliaia di copie vendute.

Il primo vincitore fu Giovanni Testori con Maranatha (1947), un romanzo storico italiano sui drammatici avvenimenti di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale; vinse nuovamente nel 1965 con I Magliari. L’autore che ha vinto più spesso è Paolo Volponi, che ha ricevuto il suo sesto premio nel 2007 per il romanzo La città delle anime perdute, sulla Napoli del secondo dopoguerra; altri scrittori che hanno vinto due volte sono Carlo Levi (La rosa dei vinti) ed Edoardo Sanguineti (Le notti bianche).

Dalla sua creazione nel 1947 a oggi, oltre 300 romanzi hanno concorso a questo prestigioso premio, che ogni anno diventa una lettura essenziale sia per chi si interessa di letteratura italiana contemporanea, sia per chi non ha conoscenze o interessi particolari, ma semplicemente non vede l’ora di scoprire nuovi autori attraverso i loro romanzi.

Il Premio Strega è il più importante premio letterario italiano. È stato creato da Dino Buzzati e Carlo Emilio Gadda nel 1947 come alternativa ad altri premi librari caratterizzati da corruzione, nepotismo e mancanza di trasparenza (il più noto è il Premio Mondello). Il premio viene assegnato annualmente a un autore vivente che scrive in italiano o la cui opera è stata tradotta in italiano da un’altra lingua.

La giuria è composta da giornalisti, critici, traduttori e professori di letteratura che ogni anno leggono i libri presentati dagli editori fino a decidere quale romanzo merita questo riconoscimento. Vincere questo premio significa far passare il proprio nome alla storia come uno dei più importanti scrittori italiani e significa anche vendere molte copie!

Il Premio Strega può fare la fortuna di una casa editrice, ma ha ancora così tanta importanza? “Il Premio Strega è ancora importante come evento culturale”, ha detto Umberto Eco. “Ma gli editori hanno altri interessi. Valutano i pro e i contro, e spesso non ne vale la pena”.

Ci sono molte ragioni per cui il Premio Strega è ancora un premio importante. Innanzitutto perché aiuta a vendere molti libri ogni anno. Ci sono diversi fattori che influenzano la vendita di un libro dopo la vittoria del premio: se l’autore è noto o meno, se ha vinto altri premi, se i suoi libri precedenti hanno avuto successo e così via. Ad esempio, quando Andrea Camilleri vinse nel 1997 con Il quaderno del principe, il libro vendette 10 volte di più del suo precedente romanzo Il sorriso dell’ignoto marinaio.