Arriva “Dubi in certezze” la nuova rubrica di Dubi Dacic in esclusiva per Liberementi Libri

Ho sempre un brivido quando sento parlare di certezze, ma, come tutti noi, ho l’illusoria percezione di averne. Credo altresì che siano percezioni necessarie, degli ancoraggi ai quali cerchiamo di ormeggiare la nave della nostra vita. Dei rifugi sicuri, dove poter ritrovare la quiete necessaria per comprendere. Ma le navi non sono fatte per stare nei porti, il loro scopo non è rimanere attraccate, sono fatte per affrontare tempeste e mari in subbuglio, o scivolando su oliate superfici appoggiate sull’infinito, lanciate in avanscoperta di nuovi punti di approdo dai quali voltarsi indietro ad ammirare il lungo e coraggioso viaggio.
Per fare ciò bisogna immergersi nelle profondità dei dubbi, e il mio soprannome ne è un pò, un’evocazione. Una b in meno, ma se si va al sud, nel mio amato sud, ecco che la mancanza scompare e diventa quello di cui più si nutre la mia curiosità. I dubbi.
Sono come scintille e hanno la capacità di espandere le certezze. Ne abbiamo tutti, è inutile negarlo, ma perdono potere se vi lasciamo aperto uno spiraglio, se lasciamo la cima dell’attracco un pò allentata, o come quando facciamo spazio su una libreria o meglio ancora, ne allestiamo un’altra perché sappiamo già che altri libri vi troveranno dimora.

Che bella quest’ultima sensazione, il fare spazio, anche se ancora quella cosa non c’è ma sappiamo che quei vuoti verranno riempiti. Ecco, le librerie, gli ormeggi, le porte sono le nostre certezze, ma gli spazi che lasciamo in loro, gli usci accostati, gli scaffali vuoti, i nodi allentati, ecco quelli sono i dubbi, e sono alimentati dalla curiosità, dall’unica certezza che valga la pena perseverare: la crescita, il cambiamento, l’opportunità, l’evolversi, l’interrogarsi… alimentando la vita.
Ed eccomi qui con questa mia passione sfrenata di leggere, di scrivere, di fare delle parole il mio nutrimento nonché la nave con la quale affrontare i mari della mia non conoscenza, curiosando fra un’isola e un continente, ondeggiando fra pagine di millenari racconti, cercando di scoprire e scoprirmi, di avanzare impervia fra i mari e ogni tanto, spesso, trovare qualche riparo momentaneo, per conteggiare i danni, rattoppare le ferite dello scafo e ricucire le vele che spesso lottano così duramente contro i venti, pronta a proseguire verso la mia Itaca, sperando di raggiungerla, ovviamente, il più tardi possibile.

Contemplo la distesa blu davanti a me, pronta per una nuova avventura, un nuovo inizio. Osservo la mia imbarcazione dal molo, sull’orizzonte un’alba che mi invita a salpare. Mentre sento sulla pelle i primi, tiepidi raggi, osservo le vele ricucite qua e là, accarezzo il legno provato e intagliato dai viaggi dell’imbarcazione della mia esistenza, sento il vento. Le mie rotte mi hanno sempre condotto in senno alle parole, alla penna che lieve rilascia l’inchiostro della mia Bic sulla carta vergine, carta che è immensa e piena di opportunità, come il mare, colma di pesci dalle sembianze cartacee dei miei amati libri. La mia certezza diventa un foglio di carta immacolato, un libro dalle mille avventure, il mio spiraglio di dubbi la penna che confida nei miei pensieri e la trama mutevole delle storie che mi attendono dietro le copertine dei volumi.
Ho il mondo davanti e voglio presentarmi, voglio scriverci il mio nome, voglio che chiunque sia in ascolto mi rimandi l’eco del proprio, voglio iniziare così, con un incontro lanciato nell’etere, con la conoscenza, lo scambio e la condivisione, con il comune denominatore che prende forma in pagine che devono ancora essere scritte.

“C’e posta per te”. Benvenuti in questo viaggio, salite e vediamo insieme dove ci porterà il vento.
Mi chiamo Dubravka Dacic (Dubi a livello universale dalla prima elementare, Dubbi per i miei amici del sud). Ho 37 primavere e una sfilza di carriera cestistica alle spalle. Inutile star qui a sciolinare i confini varcati e le innumerevoli partenze, semmai è più interessante parlare di quanti chili e chili di libri ho stipato nella cambusa della mia vita o spedito per mezzo mondo, o dalle miriade di pensieri che da quando ho memoria, vengono appuntati in ogni dove, facendo da collante allo scafo della mia nave. Ecco, la mia passione, i libri, una certezza, di quelle che ben pochi dubbi smuovono, ma nel dubbio faccio un pò di spazio sugli scaffali.

Ho imparato l’italiano leggendo i Grandi Classici Disney e Paperino e poi rubando i famosi romanzi Harmony dal comodino della mamma. Allora, un pò come nella favole una lettura cambiò tutto, mi illuminò e mi fece varcare le porte della lettura e di me stessa, del mio mondo interiore. Ne nasce un libro, altra linfa per non mollare la presa, per continuare a ricercare le parole adatte per creare quel luogo dove le cose prendono un senso, e il modo in cui mi sento quando scrivo o leggo, ha in sé tutta la bellezza necessaria per non smettere mai di farlo.

Salpo l’ancora, spiego le vele, ho un mare di avventure davanti, fatte di pagine. Pagine già lette e in attesa di essere consigliate, discusse, celebrate o messe in dubbio. Pagine bianche di pensieri che nascono dal nulla, come quelle tempeste improvvise, dalle quali non usciamo mai gli stessi, per citare Murakami.
Questa rubrica ha il sapore dei nuovi inizi, dei quali vi racconterò, la sicurezza della passione e l’imprevedibilità degli eventi. Ossimori, il tutto e il suo opposto, ed è così che mi piace descrivere la mia persona. La capacità di oscillare fra gli opposti ricercando l’equilibrio. Parlerò di libri, di quelli che ho già letto o che vorrei ancora leggere, di pensieri sparsi, mentre osservo il mondo che ci circonda, ricercando sempre le parole migliori per dare il giusto valore che ogni pensiero merita.

Ci incontreremo qui ogni lunedì alle 18.00, i commenti e i suggerimenti saranno più che ben accetti, e non vedo l’ora di intraprendere la via dell’orizzonte seguendo le correnti ascensionali dei miei pensieri, sospinta dalla marea di parole che spronano la mia imbarcazione lungo la corrente della vita.