Raggiungo telefonicamente Luca Poldelmengo per parlare di Valerio nella tana del varano, il suo ultimo libro edito da Gallucci e scritto con il “fantastico contributo” dei suoi due figli Valerio e Lorenzo. E la nostra chiacchierata parte proprio da qui, da come uno dei più noti scrittori e sceneggiatori di crime si ritrovi a scrivere un giallo per ragazzi.
Luca: come si passa dal noir al racconto per ragazzi?
Quando è nato il primo volume di questa saga Valerio, il più grande faceva la quarta elementare, era già sufficientemente grande per leggere libri, ma non per poter leggere quelli che scrivo io o per vedere i miei film perché in entrambi i casi facendo crime non sono letture e visioni adatte a un bambino di quell’età. Si lamentava di questo fatto, mi diceva: ma perché non scrivi mai nulla che posso leggere anche io?
Ed eccoci alla genesi!
Più o meno… diciamo che il discorso sarebbe finito lì se non fosse che poco dopo, appena arrivati in vacanza in campeggio, mio figlio cade dalla bici e si causa una profonda abrasione su gran parte del corpo. Questo evento lo costringe per mezza vacanza sotto l’ombrellone. E allora, in quel momento, abbiamo deciso di ingannare quelle lunghe attese mentre i suoi amici giocavano in acqua, per iniziare a buttare giù la trama. Direi che nasce tutto così, poi nel secondo libro, in Valerio nella tana del varano arriva anche l’apporto di Lorenzo, che nel frattempo è cresciuto e ha voluto partecipare anche lui.
Come è stato il processo creativo?
Diciamo che è stato un lavoro “da soci” con il socio più anziano che si costringeva di essere il papà e un autore di professione. Ho dovuto controllare il mio istinto a dire “no questo non funziona”
Il famoso magari anche no dell’autore…
Esatto! Ma per fortuna se i bambini li lasci andare, ti accorgi che ti portano a delle trovate che tu non avresti mai pensato. Che hanno una loro logica. Diciamo che è stato un lavoro paritario a cui io ho dato la struttura fornendo ai miei figli le basi della drammaturgia. Diciamo che io mettevo i paletti e loro compivano lo sforzo immaginativo.
Valerio e Lorenzo sono felici dei lavori finali?
Loro sono soddisfatti. All’uscita del primo Lorenzo che non aveva partecipato perché era troppo piccolo c’era rimasto male e in questo secondo libro c’è anche lui con un personaggio suo alter ego.
Gli altri ragazzi come lo hanno accolto?
Fino alla quinta elementare è un libro centrato. In realtà in entrambi i romanzi il punto di vista ad altezza bambino è la mossa vincente che piace tanto ai ragazzi perché stravolge la solita prospettiva. Apprezzano la trama ricca di colpi di scena, ma sempre in qualche maniera legata a uno stile fantasy radicato alla realtà.
Roma compare tanto nel libro: il Bioparco, il fiume Tevere, il GRA, le aree verdi fuori dal GRA. Che rapporto hai con Roma?
Io ho un rapporto contrastato, combattuto. Roma è di una bellezza disarmante, ma anche difficile da vivere. Vivo qui da sempre, pur avendo cambiato diverse zone… Sono figlio della periferia di Roma. Ora viviamo a Torraccia, un quartiere residenziale dove sono ambientati i romanzi. Una scelta fatta per dare ai bambini un luogo conosciuto dentro cui muoversi e lasciare libera la fantasia in altri ambiti.
E i tuoi figli che rapporto ti piacerebbe avessero con la Città?
Io mia moglie cerchiamo di fargli capire che sono fortunati a vivere in una città come Roma, sperando che loro sappiano trovare una chiave migliore della nostra per viverne la sua grande complessità. Questo si percepisce anche nel libro, in fondo: hai il Tevere che è bello e sporco al tempo stesso. Hai il Bioparco che è stupendo, ma per arrivarci devi vedere tante brutture che fanno rabbia.
Uscendo dalla saga di Valerio. C’è un tema dedicato ai più piccoli che ti piacerebbe raccontare?
Mi piacerebbe toccare lo young adult , quella parte in cui i bambini si fanno uomini e le bambine si fanno donne. Un momento di trasformazione che sto iniziando a vivere con Valerio e che mi fa venire voglia di raccontarlo. Ho già un’idea e sto pensando di farne un romanzo.
Progetti per i lettori o spettatori più grandi invece?
Fino a qualche tempo fa ti avrei detto che ho due film in sala, ma ora sono “in piattaforma”: uno è “Calibro 9” e l’altro è “Bastardi a mano armata” e poi ho finito il mio ultimo romanzo noir per il quale sto cercando la giusta collocazione. Spero di darti presto novità.
Se ti interessa quello che hai letto, puoi comprare subito il libro sul Feltrinelli.it o su IBS.it