La questione dei 18 pescatori sequestrati in Libia spiegata in pillole.

Da 59 giorni Mazara del Vallo è una città in attesa. Da praticamente due mesi 18 membri delle due imbarcazioni motopesca Antartide e Medinea sono in stato di fermo in Libia.

Da 59 giorni i familiari non riescono ad avere contatti con loro.

I 18 uomini si trovano in questo momento a Bengasi, nella Cirenaica, territorio sotto il controllo del generale Khalifa Haftar.

Il sequestro delle imbarcazioni è avvenuto all’indomani di un viaggio istituzionale in Libia del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.

L’accusa mossa dalla guardia costiera libica è di aver pescato in delle acque che godrebbero dell’esclusivo diritto di sfruttamento da parte Libia.

I familiari dei 18 pescatori (otto italiani, sei tunisini, due indonesiani e due senegalesi) con gli armatori dei due motopesca da settimane presidiano la piazza davanti Montecitorio, nel tentativo di alimentare l’interesse e la pressione nei confronti del Governo.

Altri di loro hanno occupato ‘pacificamente’ l’aula consiliare del comune di Mazara del Vallo, con il sostegno dell’amministrazione comunale e della curia locale.

“Ci sentiamo abbandonati, c’è fiducia nelle istituzioni, ma finora non abbiamo visto niente di concreto”, dice Anna Giacalone, la madre di uno dei pescatori, all’agenzia AGI.

La Farnesina fa sapere che tutti i pescatori che necessitano cure mediche e medicine sono regolarmente assistiti dalle autorità libiche.

Le parole di Papa Francesco: «Desidero rivolgere una parola di incoraggiamento e di sostegno ai pescatori fermati da più di un mese in Libia e ai loro familiari. Affidandosi a Maria, stella del mare, mantengano viva la speranza di poter riabbracciare presto i loro cari. Prego anche per i diversi colloqui in corso a livello internazionale affinché siano rilevanti per il futuro della Libia. Fratelli e sorelle è giunta l’ora di fermare ogni forma di ostilità, favorendo il dialogo che porti alla pace e alla stabilità del paese. Preghiamo insieme per i pescatori e per la Libia, in silenzio».

“Le parole del Papa sono state un balsamo per il cuore, siamo molto fiduciosi che questa sia la settimana giusta. Tra di noi ci sono anche dei familiari di fede musulmana che hanno apprezzato tantissimo le parole del Papa” ha commentato ancora all’AGI Marco Marrone, l’armatore dell’imbarcazione “Medinea” che da settimane è in presidio permanente davanti palazzo Montecitorio.

Intanto sono passati due mesi.