Parliamoci chiaro: di good days ultimamente in campionato non ne stiamo vivendo molti. Anzi, diciamo che non ne stiamo vivendo per niente.
Ma siamo (almeno parzialmente) americani e nello specifico, tra qualche giorno, saremo texani. C’è una cosa che gli americani sanno fare meglio degli altri. E no, non è comprare armi o votare presidenti sbagliati o celebrare una festa come Halloween.
La cosa che sanno fare meglio di molti altri popoli è aiutarsi.
Anzi, auto aiutarsi.
Francamente non sarei mai voluto arrivare a questo punto, ma è dannatamente necessario imporci la lettura di un manuale di Self Help. O di un testo sacro.
Quindi, converrete con me, ho deciso per un manuale di Self Help.
Si, avete capito bene. Stiamo parlando di quei libri messi lì tra gli scaffali dell’indecisione perenne, a metà strada tra il tempo libero e la psicologia e che sempre di più attirano la nostra attenzione. Soprattutto se entriamo in libreria in pausa pranzo, dopo una mattinata deprimente al lavoro o di lunedì, dopo una domenica calcisticamente travagliata e ci troviamo davanti a titoli come Successo facile e garantito, Se non vinci sei scemo, Tutto quello che dovete sapere per conquistare il mondo e non avete mai osato chiedere. E insomma, ci siamo intesi.
Per questo motivo la lettura romanista da fare prima di Roma Lecce (domenica 23 febbraio ore 18) è Have a good day – Come trasformare ogni giorno in una bella giornata.
Have a good day promette di trasformare ogni giorno in una bella giornata e nello specifico l’autrice Caroline Webb ci aiuta a prendere coscienza dei meccanismi del pensiero per sfruttarli a nostro vantaggio attraverso una serie di tecniche semplici ed efficaci per diventare più efficienti, creativi, costruttivi e resilienti, in ufficio come nella vita privata e AGGIUNGIAMO NOI trentotto domeniche l’anno (su cinquantadue).
Un bagaglio per vedere il lato positivo e lo stimolo giusto in ogni situazione. Per rientrare a casa la sera con la sensazione di aver vissuto davvero una buona giornata, ma basterebbe anche un buon pomeriggio, ma senza troppe pretese anche soltanto un’ora e mezza. Anzi facciamo un’ora e cinquanta, intervallo e recupero compresi.
Per non rischiare.
Sai com’è.