Da emigrato in terra toscana, Fiorentina – Roma (venerdì ore 20:45) ha assunto per me negli ultimi dodici mesi le sembianze di quelle partite che – per esaltarne l’epica e l’importanza – acquisiscono l’investitura di “partita diversa da tutte le altre”.
Un po’ come il derby. Tra città vicine e lontane al tempo stesso.
Partita diversa da tutte le altre. Un po’ come la frase che non disse mai Zeman (parlando del derby)nel suo biennio romano. Parlo di biennio perché il ritorno nel 2012-13 preferirei non considerarlo. Ma non divaghiamo.
Fiorentini e romani in fondo sembrano sopportarsi poco perché – pure se non lo ammetteranno mai – sono più simili di quanto si possa e si voglia immaginare.
Entrambi saccenti, strafottenti, egocentrici e poco propensi all’understatement.
L’unica differenza? I primi sono saccenti, strafottenti, egocentrici e poco propensi all’understatement e lo fanno senza senza le C.
I secondi sono saccenti, strafottenti, egocentrici e poco propensi all’understatement, ma lo fanno raddoppiando le B (e altre consonanti a caso).
Ci sarebbe poi una seconda netta e palese differenza: i toscani sono convinti che la carbonara si possa fare anche (e sia giusto così) con la pancetta. Ma su questo sto lavorando io e sto ottenendo degli incredibili passi in avanti.
Per tutto il resto invece (per i romani) per conoscere meglio gli avversari di questa settimana occorre lavorare sul linguaggio. Il libro che consiglio vivamente a tutti di leggere prima di Fiorentina – Roma è Il vocabolario del vernacolo fiorentino e toscano di Alessandro Bencistà (sarnus).
Il perché di questo consiglio è facile: andiamo al Franchi e cerchiamo un terreno comune per confrontarci con i Viola sperando pure di batterli. Però attenzione. C’è il rischio che ci si possa innamorare di parole come sicché, tarabaralla, dimorto, moccolare e vi dicendo.
A fine partita poi verrà lanciato un contest natalizio con chi sarà in grado di costruire la frase più lunga utilizzando nuovi termini toscani per commentare il match appena concluso.
Ovviamente nella partita di ritorno mi impegno personalmente per fare una puntata speciale di questa rubrica e di insegnare a tutti i fiorentini che scenderanno a Roma il corretto utilizzo dello Sticazzi che nell’Accademia della Crusca del nostro cuore occupa il grado di importanza di qual è con o senza apostrofo.
Intanto buon Natale e buon lampredotto a tutti!